Dove andiamo?

Rocco
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Offerta gastronomica

Il miglior Fish bar del Salento. Dalla mente e dalle mani dello Chef Ippazio Turco, la tradizione si fonde con l'innovazione, creando piatti unici ed armoniosi, in un contesto storico per eccellenza nel centro di Tricase. Via Tempio, 20, 73039 Tricase LE.
Lemì bar cozze e gin
20 Via Tempio
Il miglior Fish bar del Salento. Dalla mente e dalle mani dello Chef Ippazio Turco, la tradizione si fonde con l'innovazione, creando piatti unici ed armoniosi, in un contesto storico per eccellenza nel centro di Tricase. Via Tempio, 20, 73039 Tricase LE.
Ittiturismo di famiglia, da 5 generazioni pescatori. La notte, noi fratelli e papà andiamo a pesca, e, con il pescato, mamma e sorella preparano la cena o il pranzo, secondo ricette della tradizione!
20 lokal ang nagrerekomenda
Anime Sante
147 Lungomare Cristoforo Colombo
20 lokal ang nagrerekomenda
Ittiturismo di famiglia, da 5 generazioni pescatori. La notte, noi fratelli e papà andiamo a pesca, e, con il pescato, mamma e sorella preparano la cena o il pranzo, secondo ricette della tradizione!
Siamo un ristorante/pizzeria/bar presente da anni sul territorio, affacciati sul porto di Tricase. Al primo piano, il cocktail bar: una terrazza dove poter prendere un buon aperitivo, bere cocktail con distillati ricercati o semplicemente fare una pausa sorseggiando un buon caffè. Al piano inferiore, sul molo, letteralmente a tre metri dal mare, si trova la sala ristorante. Nonostante l'invidiabile location, adatta per ogni occasione, puntiamo molto sulla qualità della nostra offerta: proponiamo un menù a base pesce, utilizzando materie fresche e di prima qualità. Un occhio di riguardo anche per la pizzeria: l'impasto ha una lievitazione di 76/92 ore per servire sempre una prodotto gustoso e facilmente digeribile.
Bolina
Lungom. C. Colombo
Siamo un ristorante/pizzeria/bar presente da anni sul territorio, affacciati sul porto di Tricase. Al primo piano, il cocktail bar: una terrazza dove poter prendere un buon aperitivo, bere cocktail con distillati ricercati o semplicemente fare una pausa sorseggiando un buon caffè. Al piano inferiore, sul molo, letteralmente a tre metri dal mare, si trova la sala ristorante. Nonostante l'invidiabile location, adatta per ogni occasione, puntiamo molto sulla qualità della nostra offerta: proponiamo un menù a base pesce, utilizzando materie fresche e di prima qualità. Un occhio di riguardo anche per la pizzeria: l'impasto ha una lievitazione di 76/92 ore per servire sempre una prodotto gustoso e facilmente digeribile.
La Locanda del levante è un ristorate situato nel pieno centro storico di TRICASE, è un’antica casa ristrutturata con gusto ed eleganza. Tutto è curato nei minimi particolari e l’atmosfera è davvero suggestiva. Nei mesi freddi si cena nelle belle sale interne riscaldati da antichi camini accesi; nelle calde sere estive invece si cena nella graziosa e riservata piazzetta dell’Abate circondati da magnifici ceppi di vite. La LOCANDA DEL LEVANTE propone una cucina di mare e di terra fatta di sapori tradizionali al passo con le stagioni ma con un tocco di modernità.
25 lokal ang nagrerekomenda
Locanda Del Levante
Piazza Antonio dell'Abate
25 lokal ang nagrerekomenda
La Locanda del levante è un ristorate situato nel pieno centro storico di TRICASE, è un’antica casa ristrutturata con gusto ed eleganza. Tutto è curato nei minimi particolari e l’atmosfera è davvero suggestiva. Nei mesi freddi si cena nelle belle sale interne riscaldati da antichi camini accesi; nelle calde sere estive invece si cena nella graziosa e riservata piazzetta dell’Abate circondati da magnifici ceppi di vite. La LOCANDA DEL LEVANTE propone una cucina di mare e di terra fatta di sapori tradizionali al passo con le stagioni ma con un tocco di modernità.
Agriturismo Gli Ulivi propone una cucina casalinga, a chilometro zero; i prodotti sono tutti naturali e bio. L’azienda valorizza le colture e le produzioni locali, offrendo informazioni sull’origine e la lavorazione dei prodotti assicurando così la tracciabilità di ciò che si mangia. L’azienda rientra nel circuito delle Masserie didattiche e organizza numerose attività culturali: presentazioni, workshop, concerti, performance.
11 lokal ang nagrerekomenda
Farmhouse Gli Ulivi
11 lokal ang nagrerekomenda
Agriturismo Gli Ulivi propone una cucina casalinga, a chilometro zero; i prodotti sono tutti naturali e bio. L’azienda valorizza le colture e le produzioni locali, offrendo informazioni sull’origine e la lavorazione dei prodotti assicurando così la tracciabilità di ciò che si mangia. L’azienda rientra nel circuito delle Masserie didattiche e organizza numerose attività culturali: presentazioni, workshop, concerti, performance.
Prodotti tipici a km 0
19 lokal ang nagrerekomenda
Trattoria Vardaceli
3 Via Giacomo Matteotti
19 lokal ang nagrerekomenda
Prodotti tipici a km 0
Presso Trattoria Sant’Elia potrai gustare piatti prelibati grazie all’accurata selezione di carni e pesci come il manzo di razza podolica del Gargano, l’agnello e il capretto provenienti dall’Abruzzo e il pesce fresco del mar Ionio e del mar Adriatico. Altre accortezze rendono i piatti unici, come ad esempio la pasta fatta in casa, la carne ed il pesce affumicati al legno di quercia, lo sgrombro affumicato a freddo e i salumi e formaggi esclusivamente D.O.P.
16 lokal ang nagrerekomenda
Trattoria Sant'Elia
16 lokal ang nagrerekomenda
Presso Trattoria Sant’Elia potrai gustare piatti prelibati grazie all’accurata selezione di carni e pesci come il manzo di razza podolica del Gargano, l’agnello e il capretto provenienti dall’Abruzzo e il pesce fresco del mar Ionio e del mar Adriatico. Altre accortezze rendono i piatti unici, come ad esempio la pasta fatta in casa, la carne ed il pesce affumicati al legno di quercia, lo sgrombro affumicato a freddo e i salumi e formaggi esclusivamente D.O.P.
“ La cucina è direttamente gestita dalla signora Maria (detta la Fùlana) con un menù ricco di verdure e legumi direttamente preparati nel tradizionale metodo cottura in pignata, paste fresche di grano duro e semola con le diverse proposte del giorno e secondi di carne alla brace o stracotti.”
32 lokal ang nagrerekomenda
Trattoria Fùlana
1 Piazza S. Giuliano
32 lokal ang nagrerekomenda
“ La cucina è direttamente gestita dalla signora Maria (detta la Fùlana) con un menù ricco di verdure e legumi direttamente preparati nel tradizionale metodo cottura in pignata, paste fresche di grano duro e semola con le diverse proposte del giorno e secondi di carne alla brace o stracotti.”
Masseria Nonno Tore è una graziosa masseria salentina molto ben curata. La masseria si articola in due nuclei principali di costruzioni, in dialetto locale làmie, anticamente adibite al ricovero di animali e alla produzione di formaggi. Qui i proprietari Carlo e Irene vivono occupandosi, con enorme passione, di agricoltura biologica e non solo. La masseria è un’azienda agricola che produce olio, grano, ortaggi, legumi, verdure di stagione, conserve, liquori: tutti prodotti che possono essere acquistati sul posto. Carlo e Irene vivono in compagnia di una cavalla e quattro asinelli con i quali Irene pratica, onoterapia e onodidattica. Il cuoco è Carlo il quale propone, accanto ai piatti tipici della tradizione salentina, nuove ricette di sua creatività preparate con prodotti del proprio orto o di produzione di aziende biologiche vicine. Il menù varia a seconda di ciò che offre l’orto e prevede una serie di antipasti, due assaggi di primi , un secondo e il dolce.
10 lokal ang nagrerekomenda
Agriturismo biologico Masseria nonno Tore
10 lokal ang nagrerekomenda
Masseria Nonno Tore è una graziosa masseria salentina molto ben curata. La masseria si articola in due nuclei principali di costruzioni, in dialetto locale làmie, anticamente adibite al ricovero di animali e alla produzione di formaggi. Qui i proprietari Carlo e Irene vivono occupandosi, con enorme passione, di agricoltura biologica e non solo. La masseria è un’azienda agricola che produce olio, grano, ortaggi, legumi, verdure di stagione, conserve, liquori: tutti prodotti che possono essere acquistati sul posto. Carlo e Irene vivono in compagnia di una cavalla e quattro asinelli con i quali Irene pratica, onoterapia e onodidattica. Il cuoco è Carlo il quale propone, accanto ai piatti tipici della tradizione salentina, nuove ricette di sua creatività preparate con prodotti del proprio orto o di produzione di aziende biologiche vicine. Il menù varia a seconda di ciò che offre l’orto e prevede una serie di antipasti, due assaggi di primi , un secondo e il dolce.
Mamma Iolanda, dal carattere simpatico e amichevole, e i tre figli, Giovanna, Maurizio e Cinzia, sono i protagonisti di questa storica trattoria, che troviamo in un angolo quasi nascosto del borgo di Lucugnano. La signora Iolanda, un’istituzione della cucina tradizionale popolare dell’entroterra salentino, è la vera regina della cucina. La trattoria da metà Giugno a metà Settembre è chiusa a pranzo.
21 lokal ang nagrerekomenda
Trattoria Iolanda®
2 Via Montanara
21 lokal ang nagrerekomenda
Mamma Iolanda, dal carattere simpatico e amichevole, e i tre figli, Giovanna, Maurizio e Cinzia, sono i protagonisti di questa storica trattoria, che troviamo in un angolo quasi nascosto del borgo di Lucugnano. La signora Iolanda, un’istituzione della cucina tradizionale popolare dell’entroterra salentino, è la vera regina della cucina. La trattoria da metà Giugno a metà Settembre è chiusa a pranzo.
Il mare è protagonista assoluto in questa trattoria di cucina marinara, come annuncia infatti la stessa insegna. L’amore per il mare e i suoi tesori, tramandato di padre in figlio, è la base su cui si fonda il successo della TAVERNA DEL PORTO, oggi annoverato tra i migliori ristoranti di pesce di TRICASE. Da Vituccio Coppola contadino/pescatore, passando per il figlio Mario che ha abbandonato la vita in mare per aprire la sua prima pescheria, fino al nipote Alessandro Coppola che ha inaugurato la TAVERNA DEL PORTO, il filo conduttore è sempre la passione per il mare e il suo pescato. Piatto principe della TAVERNA DEL PORTO è infatti il pesce in tutte le salse: crudo, grigliato, al forno, in zuppa...una cucina concreta e semplice ma ben proposta e presentata dalla mano sicura del giovane chef GIOVANNI INGLETTI. Dalla TAVERNA DEL PORTO basta attraversare la strada per raggiungere il mare Adriatico e il PORTO MUSEO DI TRICASE dove ogni giorno all’alba papà Mario si approvvigiona del miglior pescato. D’estate la TAVERNA DEL PORTO è sempre aperta, a pranzo e a cena
36 lokal ang nagrerekomenda
Taverna del Porto
121 Lungomare Cristoforo Colombo
36 lokal ang nagrerekomenda
Il mare è protagonista assoluto in questa trattoria di cucina marinara, come annuncia infatti la stessa insegna. L’amore per il mare e i suoi tesori, tramandato di padre in figlio, è la base su cui si fonda il successo della TAVERNA DEL PORTO, oggi annoverato tra i migliori ristoranti di pesce di TRICASE. Da Vituccio Coppola contadino/pescatore, passando per il figlio Mario che ha abbandonato la vita in mare per aprire la sua prima pescheria, fino al nipote Alessandro Coppola che ha inaugurato la TAVERNA DEL PORTO, il filo conduttore è sempre la passione per il mare e il suo pescato. Piatto principe della TAVERNA DEL PORTO è infatti il pesce in tutte le salse: crudo, grigliato, al forno, in zuppa...una cucina concreta e semplice ma ben proposta e presentata dalla mano sicura del giovane chef GIOVANNI INGLETTI. Dalla TAVERNA DEL PORTO basta attraversare la strada per raggiungere il mare Adriatico e il PORTO MUSEO DI TRICASE dove ogni giorno all’alba papà Mario si approvvigiona del miglior pescato. D’estate la TAVERNA DEL PORTO è sempre aperta, a pranzo e a cena
Da Farnari faremo un viaggio unico, dove gli inconfondibili sapori della tradizione si incontrano con la ricercata perfezione del gusto. Ogni piatto è un viaggio tra la memoria e il vissuto contemporaneo, dove anima e corpo si baciano in un attimo di battiti pulsanti al sapor di coriandolo.
Farnari
10 Via Chiesa
Da Farnari faremo un viaggio unico, dove gli inconfondibili sapori della tradizione si incontrano con la ricercata perfezione del gusto. Ogni piatto è un viaggio tra la memoria e il vissuto contemporaneo, dove anima e corpo si baciano in un attimo di battiti pulsanti al sapor di coriandolo.
A Lucugnano, in piazza G.Comi, un’ala del cinquecentesco PALAZZO BARONALE dei Capece è diventata la sede di questo piccolo e curato ristorante. I gestori del ristorante sono davvero gentili e professionali e sanno consigliare i migliori piatti del giorno. Gli antipasti mare terra sono molto sfiziosi. Ottime le cozze gratinate, il calamaro ripieno di verdure e i primi di pesce con il pescato del giorno. D’estate si mangia nel romantico giardino del castello tra alberi d’ulivo e d’arancio, luci soffuse e musica soft.
Trattoria il castello di Momo
11 P.za Girolamo Comi
A Lucugnano, in piazza G.Comi, un’ala del cinquecentesco PALAZZO BARONALE dei Capece è diventata la sede di questo piccolo e curato ristorante. I gestori del ristorante sono davvero gentili e professionali e sanno consigliare i migliori piatti del giorno. Gli antipasti mare terra sono molto sfiziosi. Ottime le cozze gratinate, il calamaro ripieno di verdure e i primi di pesce con il pescato del giorno. D’estate si mangia nel romantico giardino del castello tra alberi d’ulivo e d’arancio, luci soffuse e musica soft.
In una quotidianità costituita sempre più da non-luoghi abbiamo scelto di limitare le presenze nell’attività ristorativa e di mantenere invece viva la funzione antropologica della Masseria, rispettandone l’identità: non luogo di transito e circolazione accellerata ma punto di sosta e ristoro consapevole, nel rispetto di un territorio meraviglioso ma sempre più fragile.
37 lokal ang nagrerekomenda
Le Stanzie
37 lokal ang nagrerekomenda
In una quotidianità costituita sempre più da non-luoghi abbiamo scelto di limitare le presenze nell’attività ristorativa e di mantenere invece viva la funzione antropologica della Masseria, rispettandone l’identità: non luogo di transito e circolazione accellerata ma punto di sosta e ristoro consapevole, nel rispetto di un territorio meraviglioso ma sempre più fragile.
Cristina Conte, Chef e titolare del ristorante LaltroBaffo, ha seguito fino in fondo quella passione, una passione giunta fino a qui, fino a quando Cristina decide di sfidare le origini, dando vita a quello che diventerà un'icona della cucina salentina contemporanea. La selezione degli ingredienti è diventata maniacale, i prodotti sono quelli stagionali e le spezie selvatiche, che la terra salentina offre, riportano i sapori ed i profumi della proprie origini. Le ricette di una volta sono sempre fonte primaria di ispirazione, ma è la cucina internazionale quella da approfondire, per reinterpretare e proporre le proprie radici in una continua sfida al gusto, forse alla memoria, ma giocata come una sapiente ricerca gastronomica. Anche il team è un Melting Pot di nazionalità, culture e tecniche diverse: l'Oriente contamina l'Africa, il Nord Europa incontra il Sud Salento, ma la "visione" rimane una sola: la ricerca del perfetto equilibrio tra leggerezza, piacere ed emozione.
13 lokal ang nagrerekomenda
Laltrobaffo
23 Via Cenobio Basiliano
13 lokal ang nagrerekomenda
Cristina Conte, Chef e titolare del ristorante LaltroBaffo, ha seguito fino in fondo quella passione, una passione giunta fino a qui, fino a quando Cristina decide di sfidare le origini, dando vita a quello che diventerà un'icona della cucina salentina contemporanea. La selezione degli ingredienti è diventata maniacale, i prodotti sono quelli stagionali e le spezie selvatiche, che la terra salentina offre, riportano i sapori ed i profumi della proprie origini. Le ricette di una volta sono sempre fonte primaria di ispirazione, ma è la cucina internazionale quella da approfondire, per reinterpretare e proporre le proprie radici in una continua sfida al gusto, forse alla memoria, ma giocata come una sapiente ricerca gastronomica. Anche il team è un Melting Pot di nazionalità, culture e tecniche diverse: l'Oriente contamina l'Africa, il Nord Europa incontra il Sud Salento, ma la "visione" rimane una sola: la ricerca del perfetto equilibrio tra leggerezza, piacere ed emozione.
45 lokal ang nagrerekomenda
Rua De li Travaj
44 Piazza Indipendenza
45 lokal ang nagrerekomenda
Il Bio-Agriturismo Serine sorge tra gli uliveti terrazzati e la macchia mediterranea, a due passi dal faro di Santa Maria di Leuca, dove Ionio e Adriatico si incontrano e si fondono. Ad accogliervi sarà un casino del ‘600 dal cuore verde pulsante, ristrutturato con gusto e armonia: qui sono stati ricavati gli alloggi e il ristorante. La conduzione agricola è biologica, mentre l’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili. All' Agritusimo Serine potrete affittare una camera per alloggiare in un'atmosfera di calma e assoluto relax oppure, se siete di passaggio, fermarvi a pranzo o cena. La cucina del ristorante utilizza ingredienti biologici aziendali, integrati da formaggi, vino e pasta provenienti da produttori locali di fiducia. Da Serine potrete acquistare olio, confetture di frutta e sottoli. Un luogo consigliato a tutti, a metà tra il mare e la bellissima campagna salentina.
7 lokal ang nagrerekomenda
Agriturismo Serine
Via San Giuseppe
7 lokal ang nagrerekomenda
Il Bio-Agriturismo Serine sorge tra gli uliveti terrazzati e la macchia mediterranea, a due passi dal faro di Santa Maria di Leuca, dove Ionio e Adriatico si incontrano e si fondono. Ad accogliervi sarà un casino del ‘600 dal cuore verde pulsante, ristrutturato con gusto e armonia: qui sono stati ricavati gli alloggi e il ristorante. La conduzione agricola è biologica, mentre l’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili. All' Agritusimo Serine potrete affittare una camera per alloggiare in un'atmosfera di calma e assoluto relax oppure, se siete di passaggio, fermarvi a pranzo o cena. La cucina del ristorante utilizza ingredienti biologici aziendali, integrati da formaggi, vino e pasta provenienti da produttori locali di fiducia. Da Serine potrete acquistare olio, confetture di frutta e sottoli. Un luogo consigliato a tutti, a metà tra il mare e la bellissima campagna salentina.

Visite turistiche

Marina di Guardiola si trova poco più a nord, incastonata tra la Marina di Novaglie e quella di Tricase, e a soli 3 km dal piccolo comune di Corsano. "La guardiola" è il nome dato dai residenti ad una insenatura alla quale si accede con notevoli difficoltà. È un luogo questo molto lontano dal Salento stereotipato, fatto di soffice spiaggia bianca e dune di sabbia; è talmente incontaminato da evocare un senso di pace e al contempo sembra un posto selvaggio e sperduto. L’accesso al mare è, tuttavia, reso possibile dalla lunga scalinata, costruita tra la tipica vegetazione per consentire di godere appieno di questo spettacolo della natura, tra piante selvatiche, pini e lecci. Marina di Guardiola rappresenta il posto ideale per chi vuole godere delle bellezze del Salento, del sole caldo e del mare azzurro, senza essere circondati da frotte di turisti come succede in altre località.
Marina Guardiola station
Marina di Guardiola si trova poco più a nord, incastonata tra la Marina di Novaglie e quella di Tricase, e a soli 3 km dal piccolo comune di Corsano. "La guardiola" è il nome dato dai residenti ad una insenatura alla quale si accede con notevoli difficoltà. È un luogo questo molto lontano dal Salento stereotipato, fatto di soffice spiaggia bianca e dune di sabbia; è talmente incontaminato da evocare un senso di pace e al contempo sembra un posto selvaggio e sperduto. L’accesso al mare è, tuttavia, reso possibile dalla lunga scalinata, costruita tra la tipica vegetazione per consentire di godere appieno di questo spettacolo della natura, tra piante selvatiche, pini e lecci. Marina di Guardiola rappresenta il posto ideale per chi vuole godere delle bellezze del Salento, del sole caldo e del mare azzurro, senza essere circondati da frotte di turisti come succede in altre località.
Si trova sulla falesia tra Marina di Novaglie e il Ciolo. Si tratta di quattro ripari di roccia posti a circa 30 metri sul livello del mare, che costituiscono un caso esemplare per lo studio del paleolitico superiore. Sul terreno, in cui sono leggibili quattro distinti livelli, sono le tracce di importanti e numerosi ritrovamenti, pertinenti a industria litica di tipo romanelliano ed epigravettiano e a resti di vari animali. Nei pressi si aprono numerose altre grotticelle, ancora oggetto di studio.
52 lokal ang nagrerekomenda
Sentiero delle Cipolliane
52 lokal ang nagrerekomenda
Si trova sulla falesia tra Marina di Novaglie e il Ciolo. Si tratta di quattro ripari di roccia posti a circa 30 metri sul livello del mare, che costituiscono un caso esemplare per lo studio del paleolitico superiore. Sul terreno, in cui sono leggibili quattro distinti livelli, sono le tracce di importanti e numerosi ritrovamenti, pertinenti a industria litica di tipo romanelliano ed epigravettiano e a resti di vari animali. Nei pressi si aprono numerose altre grotticelle, ancora oggetto di studio.
Si estende per sette km di terre rosse lungo le quali è possibile incontrare esemplari di flora locale quali il salvione giallo, il timo arbustivo, vincetossico adriatico. Nel cammino diretto al faro della Palascia, dove si trova un osservatorio ecologico permanente e un museo naturalistico e da dove si ammira un panorama bellissimo, sarà possibile intravedere specie di falco pellegrino e falco della regina. Su questo percorso, verso la baia dell’Orte, un altro spettacolo unico è caratterizzato dal lago verde smeraldo che si è formato in una cava di bauxite.
71 lokal ang nagrerekomenda
Punta Palascia Lighthouse
SP87
71 lokal ang nagrerekomenda
Si estende per sette km di terre rosse lungo le quali è possibile incontrare esemplari di flora locale quali il salvione giallo, il timo arbustivo, vincetossico adriatico. Nel cammino diretto al faro della Palascia, dove si trova un osservatorio ecologico permanente e un museo naturalistico e da dove si ammira un panorama bellissimo, sarà possibile intravedere specie di falco pellegrino e falco della regina. Su questo percorso, verso la baia dell’Orte, un altro spettacolo unico è caratterizzato dal lago verde smeraldo che si è formato in una cava di bauxite.
Nel cuore della meravigliosa terra salentina, tra Tricase e Tricase Porto, a due passi dalla chiesa sconsacrata della Madonna di Costantinopoli del 1648, si trova una leggendaria Quercia Vallonea ammantata di magia e fascino, che si staglia tra tipici muretti a secco, pini, lecci, uliveti e profumati campetti di mirto. Ciò che ha reso celebre questo albero, un vero e proprio gioiello naturalistico del "Parco Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase", è la sua imponenza: è certamente una delle querce più antiche dell'intera Regione Puglia, si pensa risalga infatti al XII secolo.
7 lokal ang nagrerekomenda
Quercia Vallonea Quercia dei Cento Cavalieri
Via Marina Porto
7 lokal ang nagrerekomenda
Nel cuore della meravigliosa terra salentina, tra Tricase e Tricase Porto, a due passi dalla chiesa sconsacrata della Madonna di Costantinopoli del 1648, si trova una leggendaria Quercia Vallonea ammantata di magia e fascino, che si staglia tra tipici muretti a secco, pini, lecci, uliveti e profumati campetti di mirto. Ciò che ha reso celebre questo albero, un vero e proprio gioiello naturalistico del "Parco Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase", è la sua imponenza: è certamente una delle querce più antiche dell'intera Regione Puglia, si pensa risalga infatti al XII secolo.
Torre del Sasso è un imponente rudere, parzialmente crollato, che si erge isolato in una posizione mozzafiato, nella Serra del Mito, su di un alta roccia da cui prende il nome. Detta anche Torre del Mito, comunicava visivamente con Torre Porto di Ripa a nord e con Torre Porto di Tricase a sud. Inoltre, da questa strategica posizione è possibile osservare Torre Palane e Torre Nasparo, entrambe a sud. torricostieredelsalento. com
Torre del Sasso
SP358
Torre del Sasso è un imponente rudere, parzialmente crollato, che si erge isolato in una posizione mozzafiato, nella Serra del Mito, su di un alta roccia da cui prende il nome. Detta anche Torre del Mito, comunicava visivamente con Torre Porto di Ripa a nord e con Torre Porto di Tricase a sud. Inoltre, da questa strategica posizione è possibile osservare Torre Palane e Torre Nasparo, entrambe a sud. torricostieredelsalento. com
La torre di Tiggiano viene segnalata da tutte le cartografie e da molti documenti esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, ed è proprio da questi che si ricava la notizia della sua costruzione, avvenuta per ordine del Duca di Alcalà nel 1565; successivamente viene pure menzionata nel 1569 nell’elenco delle Torri della Regia Corte. I governanti spagnoli fecero pesare l’onere del mantenimento delle torri direttamente sulle popolazioni, tramite la riscossione di tasse, le cosiddette “impositioni”, che ciascun “fuoco” doveva pagare alla Regia Corte. Per quanto riguarda Torre Nasparo, in un libro dell’abate Pacichelli del 1877, sappiamo che si doveva pagare al Bargello ogni mese “grana due e cavalli diege”. torricostieredelsalento. com
20 lokal ang nagrerekomenda
Torre Nasparo
SP358
20 lokal ang nagrerekomenda
La torre di Tiggiano viene segnalata da tutte le cartografie e da molti documenti esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, ed è proprio da questi che si ricava la notizia della sua costruzione, avvenuta per ordine del Duca di Alcalà nel 1565; successivamente viene pure menzionata nel 1569 nell’elenco delle Torri della Regia Corte. I governanti spagnoli fecero pesare l’onere del mantenimento delle torri direttamente sulle popolazioni, tramite la riscossione di tasse, le cosiddette “impositioni”, che ciascun “fuoco” doveva pagare alla Regia Corte. Per quanto riguarda Torre Nasparo, in un libro dell’abate Pacichelli del 1877, sappiamo che si doveva pagare al Bargello ogni mese “grana due e cavalli diege”. torricostieredelsalento. com
Il Ciolo è un’alta insenatura rocciosa dove il mare si fa largo al pari dei fiordi della Scandinavia ed all’interno della quale vi sono anche alcune grotte marine di notevole interesse storico e paesaggistico. Anche per questo, dall’ottobre del 2006 il Ciolo parte del suo territorio rientra nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, voluto dalla Regione Puglia per salvaguardare la costa orientale del Salento così ricca di pregiati beni architettonici nonché di importanti specie animali e vegetali. Il nome deriva dalla parola salentina “giole” che sta ad indicare “corvo” o “gazza”; animali molto frequenti un tempo in quest’area dove nidificavano e si nascondevano.
27 lokal ang nagrerekomenda
Il Ciolo
27 lokal ang nagrerekomenda
Il Ciolo è un’alta insenatura rocciosa dove il mare si fa largo al pari dei fiordi della Scandinavia ed all’interno della quale vi sono anche alcune grotte marine di notevole interesse storico e paesaggistico. Anche per questo, dall’ottobre del 2006 il Ciolo parte del suo territorio rientra nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, voluto dalla Regione Puglia per salvaguardare la costa orientale del Salento così ricca di pregiati beni architettonici nonché di importanti specie animali e vegetali. Il nome deriva dalla parola salentina “giole” che sta ad indicare “corvo” o “gazza”; animali molto frequenti un tempo in quest’area dove nidificavano e si nascondevano.
La prima chiesa fu costruita agli albori del cristianesimo, sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla Dea Minerva. Per la sua posizione geografica, il Santuario fu oggetto di continue distruzioni e saccheggi da parte dei Turchi e Saraceni. L'edificio attuale è il sesto ed è stato eretto nel 1700. Insieme al Santuario furono edificati gli edifici annessi per offrire ospitalità ai fedeli. L'interno è a croce latina con decorazioni barocche. L'attenzione del visitatore si sofferma sull'altare maggiore, in pregevole marmo con il quadro della Madonna del pittore Giacomo Palma Junior. Dalle numerose lapidi, gran parte in latino, si ricostruisce la storia e gli avvenimenti della chiesa nei secoli a partire dal 1° agosto del 343. Dal 7 ottobre 1990 il Santuario di Leuca è stato elevato al grado di Basilica Minore. www.basilicaleuca. it
66 lokal ang nagrerekomenda
Basilica Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae
Piazza Giovanni XXIII'
66 lokal ang nagrerekomenda
La prima chiesa fu costruita agli albori del cristianesimo, sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla Dea Minerva. Per la sua posizione geografica, il Santuario fu oggetto di continue distruzioni e saccheggi da parte dei Turchi e Saraceni. L'edificio attuale è il sesto ed è stato eretto nel 1700. Insieme al Santuario furono edificati gli edifici annessi per offrire ospitalità ai fedeli. L'interno è a croce latina con decorazioni barocche. L'attenzione del visitatore si sofferma sull'altare maggiore, in pregevole marmo con il quadro della Madonna del pittore Giacomo Palma Junior. Dalle numerose lapidi, gran parte in latino, si ricostruisce la storia e gli avvenimenti della chiesa nei secoli a partire dal 1° agosto del 343. Dal 7 ottobre 1990 il Santuario di Leuca è stato elevato al grado di Basilica Minore. www.basilicaleuca. it
Secondo un'interpretazione ricorrente fu Badisco il primo approdo di Enea, descritto nell'Eneide di Virgilio: l'eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia. Tuttavia i riferimenti letterali del III canto dell'Eneide fanno riferimento a un posto ben popolato, con un tempio dedicato a Minerva frigia posto molto in alto rispetto alla costa e con un porto ad arco difeso da uno scoglio. Elementi che spingono a ritenere più aderente la location virgiliana a quella del porticciolo romano di Castro ove è documentato il culto della dea Minerva e le origini cretesi (sospettose genti) della fondazione della città dello sbarco. ww.wikipedia. org/ wiki/Porto_Badisco
137 lokal ang nagrerekomenda
Porto Badisco
137 lokal ang nagrerekomenda
Secondo un'interpretazione ricorrente fu Badisco il primo approdo di Enea, descritto nell'Eneide di Virgilio: l'eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia. Tuttavia i riferimenti letterali del III canto dell'Eneide fanno riferimento a un posto ben popolato, con un tempio dedicato a Minerva frigia posto molto in alto rispetto alla costa e con un porto ad arco difeso da uno scoglio. Elementi che spingono a ritenere più aderente la location virgiliana a quella del porticciolo romano di Castro ove è documentato il culto della dea Minerva e le origini cretesi (sospettose genti) della fondazione della città dello sbarco. ww.wikipedia. org/ wiki/Porto_Badisco
Situata nel basso Salento, a poca distanza da Santa Maria di Leuca, è una rinomata località balneare del litorale ionico salentino. La costa è caratterizzata da basse scogliere. Il centro abitato si è sviluppato intorno al piccolo porto prevalentemente negli ultimi decenni, sulla spinta dell'edilizia turistica.
58 lokal ang nagrerekomenda
Torre Vado
Lungomare Cristoforo Colombo
58 lokal ang nagrerekomenda
Situata nel basso Salento, a poca distanza da Santa Maria di Leuca, è una rinomata località balneare del litorale ionico salentino. La costa è caratterizzata da basse scogliere. Il centro abitato si è sviluppato intorno al piccolo porto prevalentemente negli ultimi decenni, sulla spinta dell'edilizia turistica.
La località costituiva l'antico porto del centro messapico di Vereto, come testimoniato dai resti, ancora visibili, di antichi edifici portuali e del molo messapico. Nel XVI secolo venne costruita una torre di avvistamento, Torre San Gregorio appunto, da cui deriva il nome della località. La torre andata parzialmente distrutta a causa di un attacco dei Saraceni, venne in seguito ristrutturata ed adibita ad abitazione privata.
Marina San Gregorio
La località costituiva l'antico porto del centro messapico di Vereto, come testimoniato dai resti, ancora visibili, di antichi edifici portuali e del molo messapico. Nel XVI secolo venne costruita una torre di avvistamento, Torre San Gregorio appunto, da cui deriva il nome della località. La torre andata parzialmente distrutta a causa di un attacco dei Saraceni, venne in seguito ristrutturata ed adibita ad abitazione privata.
Con il suo lungo ed ampio litorale di circa 4 chilometri, PESCOLUSE rappresenta per il Salento, un angolo di paradiso baciato dal Sole. I granelli di sabbia finissima riflettono la loro luce sin dalle prime ore dell’alba, quando i primi patiti di jogging fanno capolino all’orizzonte per l’attività mattutina da Torre Vado a Torre Pali.
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Marina di Pescoluse
Corso Leuca
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Con il suo lungo ed ampio litorale di circa 4 chilometri, PESCOLUSE rappresenta per il Salento, un angolo di paradiso baciato dal Sole. I granelli di sabbia finissima riflettono la loro luce sin dalle prime ore dell’alba, quando i primi patiti di jogging fanno capolino all’orizzonte per l’attività mattutina da Torre Vado a Torre Pali.
Lido Marini è una realtà marittima da sogno nel territorio di Ugento (da cui dista appena 8 km). Si adagia sul versante ionico del Salento, quello occidentale, sospesa fra Torre Pali (marina di Salve) e Torre Mozza (marina di Ugento).
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Lido Marini
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Lido Marini è una realtà marittima da sogno nel territorio di Ugento (da cui dista appena 8 km). Si adagia sul versante ionico del Salento, quello occidentale, sospesa fra Torre Pali (marina di Salve) e Torre Mozza (marina di Ugento).
Torre Specchia Grande fu edificata dall’Università di Corsano, probabilmente nel 1563. Segnalata nella cartografia antica a partire dal XVII secolo, altri documenti ancora ne confermano la sua presenza come riporta il De Salve. Uno di questi, datato il 21 marzo 1584, riferisce di “217 ducati che l’Università ha speso negli anni scorsi nella fabbrica fatta nella torre detta di Specchia Grande”. La somma, interamente a carico della Regia Corte, venne poi recuperata dalla stessa Università grazie all’interessamento di Ortensio Tarantino di Poggiardo, che per questo impegno ricevette 60 ducati, rilasciando quietanza. torricostieredelsalento. com
Torre Specchia Grande
Torre Specchia Grande fu edificata dall’Università di Corsano, probabilmente nel 1563. Segnalata nella cartografia antica a partire dal XVII secolo, altri documenti ancora ne confermano la sua presenza come riporta il De Salve. Uno di questi, datato il 21 marzo 1584, riferisce di “217 ducati che l’Università ha speso negli anni scorsi nella fabbrica fatta nella torre detta di Specchia Grande”. La somma, interamente a carico della Regia Corte, venne poi recuperata dalla stessa Università grazie all’interessamento di Ortensio Tarantino di Poggiardo, che per questo impegno ricevette 60 ducati, rilasciando quietanza. torricostieredelsalento. com
Già esistente nel 1569 secondo gli elenchi dei Vicerè, è inoltre presente in altri documenti e in tutta la cartografia antica con diversi nomi a partire dal XVI secolo. Risultava in cattive condizioni nel 1825 e abbandonata nel 1842 (De Salve). Giovanni Cosi (1989) riporta alcuni documenti dall’Archivio di Stato di Napoli nei quali vengono riportate prevalentemente le paghe dei torrieri e caporali.... torricostieredelsalento. com
Torre Palane
15 Via Grotta dei Monaci
Già esistente nel 1569 secondo gli elenchi dei Vicerè, è inoltre presente in altri documenti e in tutta la cartografia antica con diversi nomi a partire dal XVI secolo. Risultava in cattive condizioni nel 1825 e abbandonata nel 1842 (De Salve). Giovanni Cosi (1989) riporta alcuni documenti dall’Archivio di Stato di Napoli nei quali vengono riportate prevalentemente le paghe dei torrieri e caporali.... torricostieredelsalento. com
La località abitata quasi esclusivamente nel periodo estivo, possiede un piccolo porto turistico e una torre omonima costruita nel XVI secolo a difesa dagli attacchi dei saraceni. Fino al 1913 Porto Miggiano era parte delle marine di Vignacastrisi, in quanto le stesse da diversi secoli rientravano nell'antico feudo di Capriglia, comprendendo il territorio che si estende da Porto Miggiano fino alla grotta "striare" di Castro. Con la nascita del Comune di Santa Cesarea Terme che è avvenuta attraverso la fuoriuscita di Santa Cesarea e Vitigliano dal Comune di Ortelle e Cerfignano dal comune di Minervino ha portato anche ad un assorbimento di un ingente territorio quello delle Marine di Vignacastrisi, a causa di forti interessi di alcuni imprenditori dell'epoca ciò nonostante la maggior parte degli appezzamenti di terreno sono rimasti in gran parte di proprietà degli abitanti di Vignacastrisi.
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Baia di Porto Miggiano
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La località abitata quasi esclusivamente nel periodo estivo, possiede un piccolo porto turistico e una torre omonima costruita nel XVI secolo a difesa dagli attacchi dei saraceni. Fino al 1913 Porto Miggiano era parte delle marine di Vignacastrisi, in quanto le stesse da diversi secoli rientravano nell'antico feudo di Capriglia, comprendendo il territorio che si estende da Porto Miggiano fino alla grotta "striare" di Castro. Con la nascita del Comune di Santa Cesarea Terme che è avvenuta attraverso la fuoriuscita di Santa Cesarea e Vitigliano dal Comune di Ortelle e Cerfignano dal comune di Minervino ha portato anche ad un assorbimento di un ingente territorio quello delle Marine di Vignacastrisi, a causa di forti interessi di alcuni imprenditori dell'epoca ciò nonostante la maggior parte degli appezzamenti di terreno sono rimasti in gran parte di proprietà degli abitanti di Vignacastrisi.
Un insenatura affascinante , immersa nella natura , ove barche e bagnanti si godono le acqua cristalline grazie alle ricche sorgenti, e godono delle bellezze uniche del luogo.
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Tricase Porto
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Un insenatura affascinante , immersa nella natura , ove barche e bagnanti si godono le acqua cristalline grazie alle ricche sorgenti, e godono delle bellezze uniche del luogo.
Nella cornice di Marina Serra , esiste un piccolo luogo incantato, dove il mare ha scavato il suo luogo di riposo. Una piscina naturale , affascinante ed ideale per un tuffo leggero.
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Beach at Natural Pool ng Marina Serra
Via Carlo Mirabello
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Nella cornice di Marina Serra , esiste un piccolo luogo incantato, dove il mare ha scavato il suo luogo di riposo. Una piscina naturale , affascinante ed ideale per un tuffo leggero.
La presenza di Bauxite nella zona è stata scoperta intorno al 1940. Qui si è sviluppata l’azione estrattiva fino al 1976 e per diversi anni ha rappresentato una voce importantissima dell’economia locale: la bauxite, infatti, è una roccia sedimentaria utilizzata per la produzione di alluminio. Oggi, proprio dove sorge la cava dismessa a cielo aperto, ha preso vita un piccolo ecosistema lacustre, un incantevole laghetto dalle acque color verde smeraldo (formatosi, con ogni probabilità, a causa delle infiltrazioni provenienti dalle vicine falde). Il particolare colore dell’acqua contrasta, in maniera affascinante, con le circostanti pareti rocciose (che, invece, sono caratterizzate da un bel rosso intenso e brillante). Impossibile rimanere indifferenti di fronte ad un simile capolavoro naturale se a tutto ciò si aggiunge una fitta e rigogliosa vegetazione a fare da cornice al suggestivo paesaggio desolato, quasi desertico.
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Bauxite Mine
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La presenza di Bauxite nella zona è stata scoperta intorno al 1940. Qui si è sviluppata l’azione estrattiva fino al 1976 e per diversi anni ha rappresentato una voce importantissima dell’economia locale: la bauxite, infatti, è una roccia sedimentaria utilizzata per la produzione di alluminio. Oggi, proprio dove sorge la cava dismessa a cielo aperto, ha preso vita un piccolo ecosistema lacustre, un incantevole laghetto dalle acque color verde smeraldo (formatosi, con ogni probabilità, a causa delle infiltrazioni provenienti dalle vicine falde). Il particolare colore dell’acqua contrasta, in maniera affascinante, con le circostanti pareti rocciose (che, invece, sono caratterizzate da un bel rosso intenso e brillante). Impossibile rimanere indifferenti di fronte ad un simile capolavoro naturale se a tutto ciò si aggiunge una fitta e rigogliosa vegetazione a fare da cornice al suggestivo paesaggio desolato, quasi desertico.
A pochi chilometri da Otranto sorgono i Laghi di Alimini, un bacino d’acqua caratterizzato da un buon numero di polle sorgive che si aprono sul fondale. La particolare struttura della zona è riconosciuta come parte integrante dell’Oasi di Protezione Faunistica Alimini, luogo d’eccellenza per l’accattivante avifauna migratoria. Inoltre, per gli amanti della vegetazione del posto, c’è un’estesa macchia mediterranea che si mescola con degli impianti di Pino d’Aleppo. Alcune specie sono rarissime, a conferma di un certa esclusività del luogo capace di accontentare ogni genere di preferenza, dalla più generica alla più specifica.
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Alimini Lakes
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A pochi chilometri da Otranto sorgono i Laghi di Alimini, un bacino d’acqua caratterizzato da un buon numero di polle sorgive che si aprono sul fondale. La particolare struttura della zona è riconosciuta come parte integrante dell’Oasi di Protezione Faunistica Alimini, luogo d’eccellenza per l’accattivante avifauna migratoria. Inoltre, per gli amanti della vegetazione del posto, c’è un’estesa macchia mediterranea che si mescola con degli impianti di Pino d’Aleppo. Alcune specie sono rarissime, a conferma di un certa esclusività del luogo capace di accontentare ogni genere di preferenza, dalla più generica alla più specifica.
All’interno di un variopinto mosaico ambientale sorge l’Isola di Sant’Andrea, parte integrante del Parco di Punta Pizzo e delle sue infinite bellezze che comprendono anche Punta Pizzo e Punta della Suina. Tra le specie faunistiche, merita sicuramente una menzione d’onore l’unica colonia nidificante del Gabbiano Corso; un’estensione accogliente e sicura per la specie in questione capace di impreziosire l’intero versante ionico ed adriatico dell’Italia. Una prerogativa eccezionale, totalmente rispettosa dell’ecosistema e a favore di una rigenerazione della fauna senza alcun tipo di compromesso.
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Parke ng Kalikasan ng Rehiyon ng Isla ng Sant'Andrea at Litorale di Punta Pizzo
Via Pavia
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All’interno di un variopinto mosaico ambientale sorge l’Isola di Sant’Andrea, parte integrante del Parco di Punta Pizzo e delle sue infinite bellezze che comprendono anche Punta Pizzo e Punta della Suina. Tra le specie faunistiche, merita sicuramente una menzione d’onore l’unica colonia nidificante del Gabbiano Corso; un’estensione accogliente e sicura per la specie in questione capace di impreziosire l’intero versante ionico ed adriatico dell’Italia. Una prerogativa eccezionale, totalmente rispettosa dell’ecosistema e a favore di una rigenerazione della fauna senza alcun tipo di compromesso.
Il Parco di Porto Selvaggio è, a tutti gli effetti, un sito ricco di pini e di vegetazione mediterranea che asseconda il litorale che va da Torre dall’Alto a Sant’Isidoro; un punto suggestivo, rinomato per per la sua pulizia e per i continui riconoscimenti (le prestigiose Cinque Vele) ricevuti grazie alle sue strabilianti acque. La pineta di 300 ettari che abbraccia il parco e i fondali litoranei trasforma il contesto in una località dedita all’attività subacquea per appassionati e non. Insomma, una pratica ricreativa d’impatto che mette in relazione uomo e natura evitando qualsivoglia barriera architettonica, artificiale o spontanea che sia.
Porto Selvaggio
Serra Cicora
Il Parco di Porto Selvaggio è, a tutti gli effetti, un sito ricco di pini e di vegetazione mediterranea che asseconda il litorale che va da Torre dall’Alto a Sant’Isidoro; un punto suggestivo, rinomato per per la sua pulizia e per i continui riconoscimenti (le prestigiose Cinque Vele) ricevuti grazie alle sue strabilianti acque. La pineta di 300 ettari che abbraccia il parco e i fondali litoranei trasforma il contesto in una località dedita all’attività subacquea per appassionati e non. Insomma, una pratica ricreativa d’impatto che mette in relazione uomo e natura evitando qualsivoglia barriera architettonica, artificiale o spontanea che sia.
Tra praterie substeppiche e prati a Barboncino mediterraneo, cresce e vive una rilevante popolazione faunistica e floristica. Numerose sono le piante inserite nella “Lista Rossa”. Si presenta inoltre un nutrito gruppo di orchidee e interessanti specie di Quercia, come la Quercia vallonea. Quanto alla fauna, invece, è bene ricordare che in quest’area vi è stata l’ultima presenza regionale del mammifero più raro d’Europa, la Foca monaca. Nel Parco è possibile notare rari invertebrati, piccoli crostacei e altri animali marini che vivono in grotte sommerse o semisommerse. Per quanto riguarda gli uccelli, una delle specie più rare e interessanti è quella del Falco Pellegrino, oltre al Falco Regina, il Gheppio e il Barbagianni.
Unico Biotopo - Bosco Tricase
Tra praterie substeppiche e prati a Barboncino mediterraneo, cresce e vive una rilevante popolazione faunistica e floristica. Numerose sono le piante inserite nella “Lista Rossa”. Si presenta inoltre un nutrito gruppo di orchidee e interessanti specie di Quercia, come la Quercia vallonea. Quanto alla fauna, invece, è bene ricordare che in quest’area vi è stata l’ultima presenza regionale del mammifero più raro d’Europa, la Foca monaca. Nel Parco è possibile notare rari invertebrati, piccoli crostacei e altri animali marini che vivono in grotte sommerse o semisommerse. Per quanto riguarda gli uccelli, una delle specie più rare e interessanti è quella del Falco Pellegrino, oltre al Falco Regina, il Gheppio e il Barbagianni.

Informazioni sulla città/località

Otranto (Uṭṛàntu in dialetto salentino, Δερεντό, traslitterato Derentò in greco salentino è un comune italiano di 5 769 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato sulla costa adriatica, è famoso come centro turistico a livello internazionale grazie alla presenza di strutture ricettive e complessi turistici nati già a partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento e progettati da importanti architetti. Otranto è posto nella punta più estrema della penisola salentina e risulta il comune più orientale d'Italia: il capo omonimo, chiamato anche Punta Palascìa, a sud del centro abitato, è il punto geografico più a est della penisola italiana. Dapprima centro greco-messapico e romano, poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa attorno all'imponente castello e alla cattedrale normanna. Sede arcivescovile e rilevante centro turistico, ha dato il suo nome al Canale d'Otranto, che separa l'Italia dall'Albania, e alla Terra d'Otranto, antica circoscrizione del Regno di Napoli. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell'UNESCO quale Sito Messaggero di Pace.
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Otranto
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Otranto (Uṭṛàntu in dialetto salentino, Δερεντό, traslitterato Derentò in greco salentino è un comune italiano di 5 769 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato sulla costa adriatica, è famoso come centro turistico a livello internazionale grazie alla presenza di strutture ricettive e complessi turistici nati già a partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento e progettati da importanti architetti. Otranto è posto nella punta più estrema della penisola salentina e risulta il comune più orientale d'Italia: il capo omonimo, chiamato anche Punta Palascìa, a sud del centro abitato, è il punto geografico più a est della penisola italiana. Dapprima centro greco-messapico e romano, poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa attorno all'imponente castello e alla cattedrale normanna. Sede arcivescovile e rilevante centro turistico, ha dato il suo nome al Canale d'Otranto, che separa l'Italia dall'Albania, e alla Terra d'Otranto, antica circoscrizione del Regno di Napoli. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell'UNESCO quale Sito Messaggero di Pace.
Situato lungo la costa orientale della penisola salentina, il comune è formato dall'abitato principale di origine medievale, posto su un promontorio a 98 m s.l.m. (Casciu de susu), e dalla parte bassa di Castro Marina (Casciu de sutta), sorta intorno al porto. Centro peschereccio e balneare, vanta origini antiche quale erede della romana Castrum Minervae. Fu una delle prime città del Salento ad essere elevata al rango di contea; fu anche sede vescovile fino al 1818.
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Castro Marina
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Situato lungo la costa orientale della penisola salentina, il comune è formato dall'abitato principale di origine medievale, posto su un promontorio a 98 m s.l.m. (Casciu de susu), e dalla parte bassa di Castro Marina (Casciu de sutta), sorta intorno al porto. Centro peschereccio e balneare, vanta origini antiche quale erede della romana Castrum Minervae. Fu una delle prime città del Salento ad essere elevata al rango di contea; fu anche sede vescovile fino al 1818.
Situato sulla costa orientale della penisola salentina, all'imbocco del Canale d'Otranto, è uno dei centri a maggiore vocazione turistica del Salento. È una stazione idrotermale.
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Santa Cesarea Terme
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Situato sulla costa orientale della penisola salentina, all'imbocco del Canale d'Otranto, è uno dei centri a maggiore vocazione turistica del Salento. È una stazione idrotermale.
Leuca è un nome che deriva dal greco λευκός (leukós), cioè "bianco", ed è comune ad altri toponimi quali Lèucade, isola greca. Secondo Strabone, promontorio originariamente denominato con il nome greco τα Λευκά (ta Leuká, le Bianche), probabilmente per le bianche rocce perpendicolari sul mare. Da qui il nome di una pianta rarissima, presente solo in questa zona, detta Fiordaliso del Capo di Leuca (Centaurea leucadea Lacaita) . In passato era amministrativamente divisa fra il comune di Gagliano del Capo, per la parte dove è ubicato il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, e il comune di Castrignano del Capo, per la parte compresa tra punta Ristola e Punta Meliso. La vicenda legale tra i comuni di Castrignano del Capo e Gagliano del Capo, conclusasi dopo 83 anni, ha stabilito che Leuca ricade interamente nel comune di Castrignano del Capo. Una famosa leggenda narra che Santa Maria di Leuca (o forse Porto Badisco, ma più probabilmente Castro) sarebbe stata il primo approdo di Enea. Successivamente sarebbe qui approdato San Pietro, il quale, arrivato dalla Palestina, iniziò la sua opera di evangelizzazione, per poi giungere a Roma. Il passaggio di San Pietro è anche celebrato dalla colonna corinzia del 1694 eretta sul piazzale della Basilica, recentemente ristrutturata. Una scalinata di 296 gradini collega la Basilica al sottostante porto facendo da cornice alla cascata monumentale dell'Acquedotto Pugliese che, terminando a Leuca, sfocia in mare.
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Santa Maria di Leuca
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Leuca è un nome che deriva dal greco λευκός (leukós), cioè "bianco", ed è comune ad altri toponimi quali Lèucade, isola greca. Secondo Strabone, promontorio originariamente denominato con il nome greco τα Λευκά (ta Leuká, le Bianche), probabilmente per le bianche rocce perpendicolari sul mare. Da qui il nome di una pianta rarissima, presente solo in questa zona, detta Fiordaliso del Capo di Leuca (Centaurea leucadea Lacaita) . In passato era amministrativamente divisa fra il comune di Gagliano del Capo, per la parte dove è ubicato il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, e il comune di Castrignano del Capo, per la parte compresa tra punta Ristola e Punta Meliso. La vicenda legale tra i comuni di Castrignano del Capo e Gagliano del Capo, conclusasi dopo 83 anni, ha stabilito che Leuca ricade interamente nel comune di Castrignano del Capo. Una famosa leggenda narra che Santa Maria di Leuca (o forse Porto Badisco, ma più probabilmente Castro) sarebbe stata il primo approdo di Enea. Successivamente sarebbe qui approdato San Pietro, il quale, arrivato dalla Palestina, iniziò la sua opera di evangelizzazione, per poi giungere a Roma. Il passaggio di San Pietro è anche celebrato dalla colonna corinzia del 1694 eretta sul piazzale della Basilica, recentemente ristrutturata. Una scalinata di 296 gradini collega la Basilica al sottostante porto facendo da cornice alla cascata monumentale dell'Acquedotto Pugliese che, terminando a Leuca, sfocia in mare.
Situato nel basso Salento, a 53 km dal capoluogo provinciale, fa parte del club I borghi più belli d'Italia. Nel 2013 ha ricevuto il riconoscimento come "Gioiello d'Italia". Nel 2007 il comune è stato riconosciuto come migliore destinazione rurale emergente in Italia del Progetto Eden.
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Specchia
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Situato nel basso Salento, a 53 km dal capoluogo provinciale, fa parte del club I borghi più belli d'Italia. Nel 2013 ha ricevuto il riconoscimento come "Gioiello d'Italia". Nel 2007 il comune è stato riconosciuto come migliore destinazione rurale emergente in Italia del Progetto Eden.
Si racconta che anticamente (tra il X e l'XI secolo) esistessero tre Casali e, dall'unione di essi, pare sia nato il primo nucleo di abitazioni che diede il nome alla cittadina. Sulla denominazione dei tre Casali, gli storici si dividono: Luigi Tasselli riteneva si chiamassero Trunco, Monesano e Amito Cuti; Antonio Micetti, invece, li denominava Menderano, Voluro e San Nicola. Probabilmente, l'etimologia è sbagliata e più che ai tre Casali, la parola Tricase si tradurrebbe originariamente come inter casas, a indicare un paese formatosi in mezzo a diversi Casali. Inter casas, cioè centro sorto tra altri nuclei abitati, che si sarebbero fusi o in seguito a incremento demografico o, con maggiore probabilità, per motivi di sicurezza, determinando così la nascita di un nuovo centro abitato.
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Tricase
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Si racconta che anticamente (tra il X e l'XI secolo) esistessero tre Casali e, dall'unione di essi, pare sia nato il primo nucleo di abitazioni che diede il nome alla cittadina. Sulla denominazione dei tre Casali, gli storici si dividono: Luigi Tasselli riteneva si chiamassero Trunco, Monesano e Amito Cuti; Antonio Micetti, invece, li denominava Menderano, Voluro e San Nicola. Probabilmente, l'etimologia è sbagliata e più che ai tre Casali, la parola Tricase si tradurrebbe originariamente come inter casas, a indicare un paese formatosi in mezzo a diversi Casali. Inter casas, cioè centro sorto tra altri nuclei abitati, che si sarebbero fusi o in seguito a incremento demografico o, con maggiore probabilità, per motivi di sicurezza, determinando così la nascita di un nuovo centro abitato.
Quella più accreditata si riferisce alla numerosa presenza di falde acquifere superficiali, che ha spinto, nel passato, molti abitanti dei vicini casali, soprattutto nei periodi di siccità, a cercare acqua in questo luogo, nel quale poi si sono stabiliti. Secondo alcuni, la sua nascita pare risalga all'alto Medioevo, probabilmente intorno al VII-VIII secolo; sicuramente nel XII secolo, in pieno periodo normanno, Presicce è già un casale. Dal XIII al XIX secolo appartiene a numerosi feudatari, tra i quali vanno ricordati i Securo, i Drimi, i de Specula, i Cito, i Bartilotti e i de Liguoro. L'asse principale del nucleo abitato è formato dalle attuali Via M. Arditi e Via A. Gramsci. Intorno a quest'asse, in una serie di vichi e piazzette, con costruzioni prevalentemente a "corte", si estende in seguito il centro abitato. La tipologia della "casa a corte" consiste in "uno spazio scoperto, comune o privato, intorno al quale si dispongono una o più unità abitative".
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Presicce
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Quella più accreditata si riferisce alla numerosa presenza di falde acquifere superficiali, che ha spinto, nel passato, molti abitanti dei vicini casali, soprattutto nei periodi di siccità, a cercare acqua in questo luogo, nel quale poi si sono stabiliti. Secondo alcuni, la sua nascita pare risalga all'alto Medioevo, probabilmente intorno al VII-VIII secolo; sicuramente nel XII secolo, in pieno periodo normanno, Presicce è già un casale. Dal XIII al XIX secolo appartiene a numerosi feudatari, tra i quali vanno ricordati i Securo, i Drimi, i de Specula, i Cito, i Bartilotti e i de Liguoro. L'asse principale del nucleo abitato è formato dalle attuali Via M. Arditi e Via A. Gramsci. Intorno a quest'asse, in una serie di vichi e piazzette, con costruzioni prevalentemente a "corte", si estende in seguito il centro abitato. La tipologia della "casa a corte" consiste in "uno spazio scoperto, comune o privato, intorno al quale si dispongono una o più unità abitative".
I primi insediamenti umani nel territorio di Salve risalgono a circa 60.000 anni fa. Lo testimoniano i rinvenimenti di raschiatoi, limace, punte e frammenti ossei di Grotta Montani. Il villaggio messapico della “Chiusa” presso la Masseria del Fano, oggetto di una campagna di scavi da parte di un’equipe di archeologi australiani dell’Università di Sydney, fu abitato dal 1440 a.C. al 470 a.C., mentre quello protoappenninico di Spigolizzi, situato nei pressi delle masserie “Spigolizzi” e “Profichi” risale al periodo del Bronzo Medio (XVI-XV sec. a.C.). La città di Salve fu fondata, secondo la leggenda, dal centurione romano Salvius nel 267 a.C. Successivamente si ingrandì in seguito alla distruzione di due antichi casali che sorgevano nelle immediate vicinanze.
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Salve
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I primi insediamenti umani nel territorio di Salve risalgono a circa 60.000 anni fa. Lo testimoniano i rinvenimenti di raschiatoi, limace, punte e frammenti ossei di Grotta Montani. Il villaggio messapico della “Chiusa” presso la Masseria del Fano, oggetto di una campagna di scavi da parte di un’equipe di archeologi australiani dell’Università di Sydney, fu abitato dal 1440 a.C. al 470 a.C., mentre quello protoappenninico di Spigolizzi, situato nei pressi delle masserie “Spigolizzi” e “Profichi” risale al periodo del Bronzo Medio (XVI-XV sec. a.C.). La città di Salve fu fondata, secondo la leggenda, dal centurione romano Salvius nel 267 a.C. Successivamente si ingrandì in seguito alla distruzione di due antichi casali che sorgevano nelle immediate vicinanze.
Narra la leggenda che Poggiardo abbia avuto origine dopo la distruzione dei casali Puzze, Soranello e Casicalvi, ubicati in prossimità di Vaste, quando gli abitanti superstiti, trovandosi in disaccordo circa il luogo da deputare per l’insediamento del nuovo abitato, assegnarono la scelta alla sorte: pungolato perciò un bue, essi decisero che dove l’animale si fosse fermato, lì sarebbe sorto il nuovo centro, circostanza che si tramanda nel gonfalone cittadino. Come ogni leggenda, anche questa conserva un fondamento di verità: essa trova Infatti dignità storica negli accadimenti che videro In Puglia l’arrivo dei Normanni (1068-1190), eventi sul quali maggiormente ci soffermeremo, per comprendere le dinamiche che furono alla base della nascita dei paese. Erano quelli giorni che vedevano insediati nel Meridione i Bizantini da un lato, gli Arabi dall’altro, popoli sovente impegnati a farsi guerra tra loro non meno che contro altri, e, come c’insegna Salvatore Rausa: “Ogni lembo di terra era intriso di sangue”. Alla venuta delle genti nordiche contribuirono numerosi fattori di ordine politico e sociale, tra i quali, per rilevanza, spicca proprio “l’invadente” presenza bizantina in queste piaghe, mal sopportata da Papa Benedetto VIII. Da quest’ultimo chiamate, fecero così il loro Ingresso sulla scena le truppe di Guglielmo, Dragone ed Umfredo, figli di Tancredi d’Altavilla, che facile gioco avrebbero avuto nella conquista dei territori Pugliesi, e che presto insediarono in tutto il Sud un vasto regno la cui capitale fu Palermo. Appunto nel periodo normanno ebbe inizio il lento processo di “debizantinizzazione” del Salento, benché, come gli stessi normanni avrebbero avuto modo di verificare, la “grecità” dei salentini avesse radici assai profonde; tant’è, proprio ad opera di un normanno, il principe Beomondo, nel 1099 si edificò in Otranto quello che sarebbe diventato uno dei fari più fulgidi di tutto l’Occidente, il monastero di S. Nicola di Casole, del quale ci restano purtroppo solo poche rovine, dove i monaci basiliani posero la sede di una delle più importanti biblioteche d’occidente, punto di riferimento per le genti d’ogni lingua, nonché fonte di benessere culturale ed economico per tutto il territorio salentino.
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Poggiardo
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Narra la leggenda che Poggiardo abbia avuto origine dopo la distruzione dei casali Puzze, Soranello e Casicalvi, ubicati in prossimità di Vaste, quando gli abitanti superstiti, trovandosi in disaccordo circa il luogo da deputare per l’insediamento del nuovo abitato, assegnarono la scelta alla sorte: pungolato perciò un bue, essi decisero che dove l’animale si fosse fermato, lì sarebbe sorto il nuovo centro, circostanza che si tramanda nel gonfalone cittadino. Come ogni leggenda, anche questa conserva un fondamento di verità: essa trova Infatti dignità storica negli accadimenti che videro In Puglia l’arrivo dei Normanni (1068-1190), eventi sul quali maggiormente ci soffermeremo, per comprendere le dinamiche che furono alla base della nascita dei paese. Erano quelli giorni che vedevano insediati nel Meridione i Bizantini da un lato, gli Arabi dall’altro, popoli sovente impegnati a farsi guerra tra loro non meno che contro altri, e, come c’insegna Salvatore Rausa: “Ogni lembo di terra era intriso di sangue”. Alla venuta delle genti nordiche contribuirono numerosi fattori di ordine politico e sociale, tra i quali, per rilevanza, spicca proprio “l’invadente” presenza bizantina in queste piaghe, mal sopportata da Papa Benedetto VIII. Da quest’ultimo chiamate, fecero così il loro Ingresso sulla scena le truppe di Guglielmo, Dragone ed Umfredo, figli di Tancredi d’Altavilla, che facile gioco avrebbero avuto nella conquista dei territori Pugliesi, e che presto insediarono in tutto il Sud un vasto regno la cui capitale fu Palermo. Appunto nel periodo normanno ebbe inizio il lento processo di “debizantinizzazione” del Salento, benché, come gli stessi normanni avrebbero avuto modo di verificare, la “grecità” dei salentini avesse radici assai profonde; tant’è, proprio ad opera di un normanno, il principe Beomondo, nel 1099 si edificò in Otranto quello che sarebbe diventato uno dei fari più fulgidi di tutto l’Occidente, il monastero di S. Nicola di Casole, del quale ci restano purtroppo solo poche rovine, dove i monaci basiliani posero la sede di una delle più importanti biblioteche d’occidente, punto di riferimento per le genti d’ogni lingua, nonché fonte di benessere culturale ed economico per tutto il territorio salentino.