Cosa visitare nei dintorni

Giacomo
Cosa visitare nei dintorni

Luoghi e Attività

Ecco alcuni consigli sui luoghi da visitare e soprattutto le attività da fare durante il vostro soggiorno di relax a Casale Viozzi!
Risale al 1961 la realizzazione dell'imponente diga che è andata ad interrompere il corso del fiume Tenna con l'intento di creare un invaso per l'accumulo e la riserva di acqua durante le annate particolarmente povere di piogge. Questo evento ha portato alla nascita di questo luogo artificiale. Tutt'intorno ad esso si snoda un percorso a carattere naturalistico che è possibile percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike e che offre la possibilità di conoscere ed ammirare da vicino le varie specie di piante, alberi ed arbusti che si possono trovare lungo le sue sponde. Numerosi eventi legati al lago vengono organizzati ogni anno, come gite in canoa o regate a vela che richiamano numerosi turisti ed appassionati provenienti da tutta l'Italia e da diversi stati europei. Cosa fare? Nel lago di San Ruffino la Cooperativa DIMENSIONE NATURA svolge varie attività, escursioni naturalistiche in canoa per vedere i luoghi meravigliosi da una prospettiva diversa; corsi base di kayak e canoa canadese con un esperto in modo da facilitare l'apprendimento, campi estivi per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni coordinati da alcuni animatori, in collaborazione con il maneggio San Lorenzo; noleggio canoe, sit-on-top, barche a remi e pedalò, raduni di barche a vela; bird-watching; pesca sportiva sul lago; nordic walking e noleggio bici. Dimensione Natura collabora inoltre con Italian Cup nell'organizzazione dell'evento Vele di San Ruffino. Info e prenotazioni: Marco Callegaro 0039 3483049659
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Lago di San Ruffino
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Risale al 1961 la realizzazione dell'imponente diga che è andata ad interrompere il corso del fiume Tenna con l'intento di creare un invaso per l'accumulo e la riserva di acqua durante le annate particolarmente povere di piogge. Questo evento ha portato alla nascita di questo luogo artificiale. Tutt'intorno ad esso si snoda un percorso a carattere naturalistico che è possibile percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike e che offre la possibilità di conoscere ed ammirare da vicino le varie specie di piante, alberi ed arbusti che si possono trovare lungo le sue sponde. Numerosi eventi legati al lago vengono organizzati ogni anno, come gite in canoa o regate a vela che richiamano numerosi turisti ed appassionati provenienti da tutta l'Italia e da diversi stati europei. Cosa fare? Nel lago di San Ruffino la Cooperativa DIMENSIONE NATURA svolge varie attività, escursioni naturalistiche in canoa per vedere i luoghi meravigliosi da una prospettiva diversa; corsi base di kayak e canoa canadese con un esperto in modo da facilitare l'apprendimento, campi estivi per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni coordinati da alcuni animatori, in collaborazione con il maneggio San Lorenzo; noleggio canoe, sit-on-top, barche a remi e pedalò, raduni di barche a vela; bird-watching; pesca sportiva sul lago; nordic walking e noleggio bici. Dimensione Natura collabora inoltre con Italian Cup nell'organizzazione dell'evento Vele di San Ruffino. Info e prenotazioni: Marco Callegaro 0039 3483049659
Il rifugio "Città di Amandola" (aperto tutto l'anno) è situato a Campolungo, ai piedi del monte Amadola, a 1.200 metri sul livello del mare. Da Campolungo è possibile ammirare un panorama superbo che abbraccia l'intera regione. Comodamente raggiungibile in auto, il rifugio "Città di Amandola" offre la possibilità di gustare l'ottima cucina locale. Campolungo è anche il punto di partenza per escursioni a piedi o in mountain bike verso le sorgenti dell'Ambro, il Monte Castel Manardo, il Pizzo Tre Vescovi e il Monte Priora. E' anche il luogo ideale per trascorrere una giornata in relax e tranquillità. Nella stagione invernale potrete divertirvi lungo i binari della pista di fondo e compiere anche gratificanti escursioni fino a Vallecaprina ed al suo incantevole bosco di faggi. Cosa fare? La sezione di Amandola del Club Alpino Italiano svolge attività in montagna durante tutto il corso dell'anno. In particolare, nella stagione estiva sono presenti attività di arrampicata libera in falesia e attività di escursionismo, con percorsi di varia difficoltà, mentre nella stagione invernale sono previste attività e corsi di sci-escursionismo. La partecipazione agli eventi presenti nel programma sezionale è aperta a tutti i soci del Club Alpino Italiano e ai non soci che previa comunicazione dei propri dati personali abbiano attivato l'assicurazione personale prevista dal Club Alpino Italiano. Si fa presente inoltre che il Club non fa servizio di accompagnamento "a chiamata" ma può svolgere solo le attività previste nel programma annuale. Il programma annuale e le modalità di partecipazione alle attività da parte dei non soci sono consultabili sul sito della Sezione di Amandola del Club Alpino Italiano: www.caiamandola.it
Campolungo
Il rifugio "Città di Amandola" (aperto tutto l'anno) è situato a Campolungo, ai piedi del monte Amadola, a 1.200 metri sul livello del mare. Da Campolungo è possibile ammirare un panorama superbo che abbraccia l'intera regione. Comodamente raggiungibile in auto, il rifugio "Città di Amandola" offre la possibilità di gustare l'ottima cucina locale. Campolungo è anche il punto di partenza per escursioni a piedi o in mountain bike verso le sorgenti dell'Ambro, il Monte Castel Manardo, il Pizzo Tre Vescovi e il Monte Priora. E' anche il luogo ideale per trascorrere una giornata in relax e tranquillità. Nella stagione invernale potrete divertirvi lungo i binari della pista di fondo e compiere anche gratificanti escursioni fino a Vallecaprina ed al suo incantevole bosco di faggi. Cosa fare? La sezione di Amandola del Club Alpino Italiano svolge attività in montagna durante tutto il corso dell'anno. In particolare, nella stagione estiva sono presenti attività di arrampicata libera in falesia e attività di escursionismo, con percorsi di varia difficoltà, mentre nella stagione invernale sono previste attività e corsi di sci-escursionismo. La partecipazione agli eventi presenti nel programma sezionale è aperta a tutti i soci del Club Alpino Italiano e ai non soci che previa comunicazione dei propri dati personali abbiano attivato l'assicurazione personale prevista dal Club Alpino Italiano. Si fa presente inoltre che il Club non fa servizio di accompagnamento "a chiamata" ma può svolgere solo le attività previste nel programma annuale. Il programma annuale e le modalità di partecipazione alle attività da parte dei non soci sono consultabili sul sito della Sezione di Amandola del Club Alpino Italiano: www.caiamandola.it
Le Gole dell’Infernaccio, o semplicemente Infernaccio, sono delle gole naturali formate dal fiume Tenna. Queste si trovano nel comune di Montefortino in provincia di Fermo, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sono tra le gole più suggestive dell’Appennino umbro-marchigiano. Le Gole dell’Infernaccio sono un importante luogo di escursioni e passeggiate, specialmente per il refrigerio offerto da queste durante l’estate. La Gola dell’Infernaccio apre la strada a diversi percorsi turistici ed escursionistici tra i più famosi di tutta la catena dei Monti Sibillini: la Cascata nascosta, la Sorgente del fiume Tenna (Capotenna) e l’Eremo di San Leonardo. Da Montemonaco (AP), bisogna uscire dal paese in direzione Montegallo ed a soli 500 mt fuori dal paese, si deve seguire le indicazioni per Rubbiano – Gole dell’Infernaccio al bivio che si incontra. Dopo circa 8 km, e dopo aver attraversato alcune frazioni, si arriva al bivio che porta al parcheggio dell’inizio del percorso. La località di riferimento è Rubbiano (AP), nei pressi di Montefortino e non distante da Montemonaco (il paese ai piedi del Monte Zampa, montagna che da’ il nome a tutta la catena dei Sibillini). Dopo circa 2 KM si arriva in una specie di slargo che termina con 2 blocchi di cemento lasciati lì allo scopo di impedire l’ulteriore traffico di autoveicoli. Dopo aver parcheggiato (non è facile da trovare nei weekend estivi vista la quantità di visitatori) proseguire dritto e prendere la strada brecciata (ghiaiata) per circa 800 mt. in leggera discesa che porta di fronte all’ingresso della gola dell’Infernaccio. Le Pisciarelle, piccole cascate a goccia che si trovano di fronte all’ingresso alla Gola dell’Infernaccio. Scendendo verso la gola sentirete, a fondovalle, sulla vostra destra, l’eco del torrente che comincia a prendere velocità, tuttavia non vi sarà possibile vederlo perchè ricoperto da abbondante vegetazione. Continuando a scendere vi troverete ad attraversare dei rigagnoli d’acqua provenienti dalla vostra sinistra (Monte Zampa) che finiranno a fondovalle scendendo spontaneamente nel precipizio. Procedendo ancora si arriva alle ormai famosissime cascate a goccia, denominate “Pisciarelle”, che sono un fenomeno dovuto alla particolare morfologia di quel versante del Monte Zampa in cui abbonda l’acqua che si disperde a valle in un modo del tutto singolare. Siamo di fronte all’ingresso della gola. Il tunnel artificiale posizionato di fianco l’ingresso alla Gola dell’Infernaccio Non sfuggirà a nessuno l’ingresso di un tunnel artificiale (chiuso a chiave attraverso un’inferriata) alla destra del torrente e del sentiero che entrano nella gola. L’opera agevola senz’altro il passaggio di strumenti, veicoli, mezzi e bestiame ma rovina parte della bellezza del luogo. Comincia dunque il sentiero che si inerpica tra rocce e vegetazione di vario tipo scavalcando il torrente dapprima attraverso un ponticello in legno e poi con saliscendi che potrebbero scoraggiare qualche escursionista alle prime armi. Non preoccupatevi, è tutta apparenza, il percorso andrà via-via addolcendosi in comode stradine e sentieri molto piu’ lineari e rassicuranti. Superata questa prima parte di camminata obbligatoria per tutti si entra in un bosco (una Faggeta) con fedele compagno di viaggio il torrente vigoroso e rumorose sulla sinistra. Dopo poche centinaia di metri siamo di fronte ad un bivio (sarà il primo, ma ce ne sono altri tutti più o meno simili) attraverso il quale decidere la destinazione. Andando a destra si sale e si arriva all’Eremo di San Leonardo, andando dritti si va verso Capotenna (sorgente del fiume Tenna). Entrambe le mete sono facilmente raggiungibili tuttavia il percorso più breve è quello che sale verso l’Eremo ed è meta di svariate migliaia di turisti di tutte le età.
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Gole dell'Infernaccio
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Le Gole dell’Infernaccio, o semplicemente Infernaccio, sono delle gole naturali formate dal fiume Tenna. Queste si trovano nel comune di Montefortino in provincia di Fermo, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sono tra le gole più suggestive dell’Appennino umbro-marchigiano. Le Gole dell’Infernaccio sono un importante luogo di escursioni e passeggiate, specialmente per il refrigerio offerto da queste durante l’estate. La Gola dell’Infernaccio apre la strada a diversi percorsi turistici ed escursionistici tra i più famosi di tutta la catena dei Monti Sibillini: la Cascata nascosta, la Sorgente del fiume Tenna (Capotenna) e l’Eremo di San Leonardo. Da Montemonaco (AP), bisogna uscire dal paese in direzione Montegallo ed a soli 500 mt fuori dal paese, si deve seguire le indicazioni per Rubbiano – Gole dell’Infernaccio al bivio che si incontra. Dopo circa 8 km, e dopo aver attraversato alcune frazioni, si arriva al bivio che porta al parcheggio dell’inizio del percorso. La località di riferimento è Rubbiano (AP), nei pressi di Montefortino e non distante da Montemonaco (il paese ai piedi del Monte Zampa, montagna che da’ il nome a tutta la catena dei Sibillini). Dopo circa 2 KM si arriva in una specie di slargo che termina con 2 blocchi di cemento lasciati lì allo scopo di impedire l’ulteriore traffico di autoveicoli. Dopo aver parcheggiato (non è facile da trovare nei weekend estivi vista la quantità di visitatori) proseguire dritto e prendere la strada brecciata (ghiaiata) per circa 800 mt. in leggera discesa che porta di fronte all’ingresso della gola dell’Infernaccio. Le Pisciarelle, piccole cascate a goccia che si trovano di fronte all’ingresso alla Gola dell’Infernaccio. Scendendo verso la gola sentirete, a fondovalle, sulla vostra destra, l’eco del torrente che comincia a prendere velocità, tuttavia non vi sarà possibile vederlo perchè ricoperto da abbondante vegetazione. Continuando a scendere vi troverete ad attraversare dei rigagnoli d’acqua provenienti dalla vostra sinistra (Monte Zampa) che finiranno a fondovalle scendendo spontaneamente nel precipizio. Procedendo ancora si arriva alle ormai famosissime cascate a goccia, denominate “Pisciarelle”, che sono un fenomeno dovuto alla particolare morfologia di quel versante del Monte Zampa in cui abbonda l’acqua che si disperde a valle in un modo del tutto singolare. Siamo di fronte all’ingresso della gola. Il tunnel artificiale posizionato di fianco l’ingresso alla Gola dell’Infernaccio Non sfuggirà a nessuno l’ingresso di un tunnel artificiale (chiuso a chiave attraverso un’inferriata) alla destra del torrente e del sentiero che entrano nella gola. L’opera agevola senz’altro il passaggio di strumenti, veicoli, mezzi e bestiame ma rovina parte della bellezza del luogo. Comincia dunque il sentiero che si inerpica tra rocce e vegetazione di vario tipo scavalcando il torrente dapprima attraverso un ponticello in legno e poi con saliscendi che potrebbero scoraggiare qualche escursionista alle prime armi. Non preoccupatevi, è tutta apparenza, il percorso andrà via-via addolcendosi in comode stradine e sentieri molto piu’ lineari e rassicuranti. Superata questa prima parte di camminata obbligatoria per tutti si entra in un bosco (una Faggeta) con fedele compagno di viaggio il torrente vigoroso e rumorose sulla sinistra. Dopo poche centinaia di metri siamo di fronte ad un bivio (sarà il primo, ma ce ne sono altri tutti più o meno simili) attraverso il quale decidere la destinazione. Andando a destra si sale e si arriva all’Eremo di San Leonardo, andando dritti si va verso Capotenna (sorgente del fiume Tenna). Entrambe le mete sono facilmente raggiungibili tuttavia il percorso più breve è quello che sale verso l’Eremo ed è meta di svariate migliaia di turisti di tutte le età.
Il Lago di Gerosa è un bacino artificiale ed ospita manifestazioni di canoa, vela e pesca sono organizzate frequentemente poiché le dimensioni generose si prestano per ospitare queste attività. Molto apprezzato anche durante il periodo estivo per via delle sue spiaggette che diventano meta di turisti che qui vengono a godersi giornate in relax, buon sole e spettacolari vedute. La riva destra, prevalentemente ricoperta da boschi, è la meno accessibile ma ben si presta per godersi rilassanti e piacevoli passeggiate o per praticare il Nordic Walking mentre nei sentieri boschivi limitrofi si potranno incontrare alcune specie di mammiferi selvatici che qui vivono, come il capriolo, l’istrice o il tasso. Il lago è popolato di specie ittiche autoctone come la Trota Fario, di probabile ceppo mediterraneo, la Trota Lacustre, il Coregone, i fortissimi Black Bass (chiamati anche Boccalone o persico trota), Tinche, Cavedani, Persici Reali, le varie specie di Ciprinidi tra cui le gigantesche Carpe a Specchio e le combattive Regine. Non è raro poter osservare le immersioni degli Svassi (uccelli acquatici, mediocri volatori ma ottimi tuffatori) in azione di pesca. Ogni anno sempre più colonie di Anatre migratorie, durante i loro spostamenti, sulla sue superficie fanno sosta poiché quest’area è da sempre stata considerata, da tutti gli uccelli migratori del Nord-Est Europa, come importante punto di riferimento e di transito per le loro rotte verso l’Africa e la Penisola Iberica. Il passaggio di questi uccelli lo si può ammirare 2 volte l’anno: in autunno tra ottobre-novembre e in primavera tra marzo-aprile e maggio.
Lago di gerosa
Il Lago di Gerosa è un bacino artificiale ed ospita manifestazioni di canoa, vela e pesca sono organizzate frequentemente poiché le dimensioni generose si prestano per ospitare queste attività. Molto apprezzato anche durante il periodo estivo per via delle sue spiaggette che diventano meta di turisti che qui vengono a godersi giornate in relax, buon sole e spettacolari vedute. La riva destra, prevalentemente ricoperta da boschi, è la meno accessibile ma ben si presta per godersi rilassanti e piacevoli passeggiate o per praticare il Nordic Walking mentre nei sentieri boschivi limitrofi si potranno incontrare alcune specie di mammiferi selvatici che qui vivono, come il capriolo, l’istrice o il tasso. Il lago è popolato di specie ittiche autoctone come la Trota Fario, di probabile ceppo mediterraneo, la Trota Lacustre, il Coregone, i fortissimi Black Bass (chiamati anche Boccalone o persico trota), Tinche, Cavedani, Persici Reali, le varie specie di Ciprinidi tra cui le gigantesche Carpe a Specchio e le combattive Regine. Non è raro poter osservare le immersioni degli Svassi (uccelli acquatici, mediocri volatori ma ottimi tuffatori) in azione di pesca. Ogni anno sempre più colonie di Anatre migratorie, durante i loro spostamenti, sulla sue superficie fanno sosta poiché quest’area è da sempre stata considerata, da tutti gli uccelli migratori del Nord-Est Europa, come importante punto di riferimento e di transito per le loro rotte verso l’Africa e la Penisola Iberica. Il passaggio di questi uccelli lo si può ammirare 2 volte l’anno: in autunno tra ottobre-novembre e in primavera tra marzo-aprile e maggio.
Lu Vurghe è una fonte termale naturale, di libero accesso. Le sue tiepide acque sulfuree sgorgano ad una temperatura di circa 30 gradi. Grazie alla recente riqualificazione è possibile immergersi e rilassarsi in comode vasche. Lu Vurghe è una vera e propria SPA a cielo aperto, “piscine artificiali” di acqua sulfurea. Acque speciali con un pH inferiore ad 8 che contengono anidride carbonica, calcio, sodio, alcuni cloruri, ioduri, bromuri o bicarbonati. Lasciata la macchina nella località di Santa Maria, un piccolo nucleo di abitazioni, e dopo aver fatto colazione nell’unico bar del paese, scendiamo a sinistra.( cartello indicazioni “Lu Vurghe”). Terminate le case e il piccolo pollaio sulla sinistra iniziamo a scendere lungo un sentiero tra la vegetazione. Vi consigliamo di fare attenzione perchè il tragitto è leggermente ripido e sconnesso. Lungo la discesa intravediamo tra gli arbusti il ruscello, la spiaggetta e le rocce, il dislivello è di circa 61 metri. Sulla sinistra un cartello illustrativo e informativo ci descrive questo territorio ricco di punti d’interesse ambientale quali: la parete di arrampicata rocciosa, la stazione di avvistamento per il birdwatching. Arrivati in fondo notiamo subito le vasche artificiali ricavate con sassi e pannelli in legno che raccolgono l’acqua più calda. Le vasche sono di diverse dimensioni ed altezze, con i sassi sono state realizzate delle piccole cascate che creano una sorta di idromassaggio naturale. Meraviglioso e rilassante immergersi in queste acque limpide. Un habitué del posto ci spiega che oltre alle acque sulfuree si possono fare degli impacchi con il fango. Questo si deposita lungo il percorso dell’acqua, basta sfregare assieme alcuni sassi! Così approfittiamo e ci cospargiamo tutto il corpo di questo curativo e benefico materiale totalmente naturale ed incontaminato.
Sorgenti sulfuree de "Lu vurghe"
Frazione San Maria
Lu Vurghe è una fonte termale naturale, di libero accesso. Le sue tiepide acque sulfuree sgorgano ad una temperatura di circa 30 gradi. Grazie alla recente riqualificazione è possibile immergersi e rilassarsi in comode vasche. Lu Vurghe è una vera e propria SPA a cielo aperto, “piscine artificiali” di acqua sulfurea. Acque speciali con un pH inferiore ad 8 che contengono anidride carbonica, calcio, sodio, alcuni cloruri, ioduri, bromuri o bicarbonati. Lasciata la macchina nella località di Santa Maria, un piccolo nucleo di abitazioni, e dopo aver fatto colazione nell’unico bar del paese, scendiamo a sinistra.( cartello indicazioni “Lu Vurghe”). Terminate le case e il piccolo pollaio sulla sinistra iniziamo a scendere lungo un sentiero tra la vegetazione. Vi consigliamo di fare attenzione perchè il tragitto è leggermente ripido e sconnesso. Lungo la discesa intravediamo tra gli arbusti il ruscello, la spiaggetta e le rocce, il dislivello è di circa 61 metri. Sulla sinistra un cartello illustrativo e informativo ci descrive questo territorio ricco di punti d’interesse ambientale quali: la parete di arrampicata rocciosa, la stazione di avvistamento per il birdwatching. Arrivati in fondo notiamo subito le vasche artificiali ricavate con sassi e pannelli in legno che raccolgono l’acqua più calda. Le vasche sono di diverse dimensioni ed altezze, con i sassi sono state realizzate delle piccole cascate che creano una sorta di idromassaggio naturale. Meraviglioso e rilassante immergersi in queste acque limpide. Un habitué del posto ci spiega che oltre alle acque sulfuree si possono fare degli impacchi con il fango. Questo si deposita lungo il percorso dell’acqua, basta sfregare assieme alcuni sassi! Così approfittiamo e ci cospargiamo tutto il corpo di questo curativo e benefico materiale totalmente naturale ed incontaminato.

Informazioni sulla città/località

Il paese di Comunanza, sulle rive del fiume Aso, è un caratteristico borgo medievale di probabile origine romana, anche in virtù dei suoi stabilimenti termali. Da vedere la chiesa di Sant’Anna, quella di San Francesco, quella di Santa Caterina d’Alessandria, quella di Santa Maria a Terme, in gran parte tutte edificate sopra resti di edifici precedenti, tra cui un edificio fortificato templare e un tempio pagano romano. Interessante la “Fiera degli uccelli” nella prima domenica d’ottobre. Cosa fare? Vivi un’avventura indimenticabile, esplorando l’incantevole territorio dei Monti Sibillini con il NOLEGGIO QUAD! I percorsi sono ideati per tutti coloro che hanno voglia di avventura, passione per la natura e anche per coloro che sono alle prime armi con i Quad.
Comunanza station
Il paese di Comunanza, sulle rive del fiume Aso, è un caratteristico borgo medievale di probabile origine romana, anche in virtù dei suoi stabilimenti termali. Da vedere la chiesa di Sant’Anna, quella di San Francesco, quella di Santa Caterina d’Alessandria, quella di Santa Maria a Terme, in gran parte tutte edificate sopra resti di edifici precedenti, tra cui un edificio fortificato templare e un tempio pagano romano. Interessante la “Fiera degli uccelli” nella prima domenica d’ottobre. Cosa fare? Vivi un’avventura indimenticabile, esplorando l’incantevole territorio dei Monti Sibillini con il NOLEGGIO QUAD! I percorsi sono ideati per tutti coloro che hanno voglia di avventura, passione per la natura e anche per coloro che sono alle prime armi con i Quad.
Il piccolo borgo viene soprannominato in due modi : “Il tetto delle Marche” in quanto si erige su una sperone, e “La Cittadella della Poesia” per aver ispirato numerosi poeti grazie alla sua pace e tranquillità. Si tratta di un paesino incantato che vale la pena di scoprire, come le zone boschive attorno, ricche di sentieri e magnifici scorci. E non perdetevi la spettacolare “Fessa” di Smerillo! Il territorio è nella provincia di Fermo a 806 metri sul livello del mare. Smerillo in passato è stato un punto strategico militare, in quanto posto a metà strada dai Monti Sibillini e il Mar Adriatico. Lo sguardo può spaziare su tutto il fermano fino al mare, il crinale dei Sibillini, il Monte Catria, le vette di Castel Manardo, della Priora, della Sibilla e del Vettore. Il paese sorge su uno sperone roccioso sospeso sulla vallata del fiume Tenna e comprende 6 frazioni Tramite un comodo sentiero giungiamo nel cuore del paese e il primo edificio religioso che incontriamo è la Chiesa romanica di Santa Caterina del 1378, costruita come ringraziamento dopo che la popolazione superò una grossa epidemia di peste. La Chiesa ha una pianta rettangolare realizzata con pietre arenarie del posto, esternamente sulla facciata a capanna è presente il campanile a vela e un portale in stile classico. Nell’ambiente interno troviamo un arco trionfale che separa la navata dal presbiterio, al centro del quale emerge lo stemma municipale, e degli stupendi affreschi del XV e XVI secolo, due tele pittoriche raffiguranti Sant’Antonio e Santa Caterina e sulla nicchia una scultura lignea della Madonna di Loreto. Il secondo edificio religioso del paese è la principale Chiesa di San Pietro e Paolo, eretta nel ‘400, la facciata risulta semplice e all’interno ospita un meraviglioso Crocifisso ligneo. Il borgo è circoscritto dai lembi dell’antica cinta muraria e l’ultimo elemento che ammiriamo si trova in fondo a via dei Caduti la Porta Nord. Il varco ci conduce all’inizio del nostro sentiero per la famosa Fessa di Smerillo. La Fessa è una spaccatura nella roccia arenaria lunga circa 30 mt. ed alta altrettanti con una larghezza di circa 50 cm., che permette il passaggio di una persona alla volta. E’ ricca di fossili pliocenici, meta di turisti e studiosi di paleontologia. E’ un canyon di origine franosa aperto 3,5 milioni di anni fa, lungo il fianco occidentale del Monte Falcone. “La Fessa” è una profonda e stretta incisione nella roccia ci si arriva tramite un facile sentiero. Noi abbiamo oltrepassato la Porta Nord in paese e siamo scesi a sinistra sull’antica strada, poco distante inizia una fitta vegetazione. Il ricco bosco non permette ai raggi del sole di asciugare il terreno e pertanto bisogna fare molta attenzione perchè in alcune zone potrebbe essere scivoloso! La discesa a zig zag non è lunga, percorriamo poche centinaia di metri e giungiamo all’ entrata della “Fessa”. La parete è di roccia arenaria con la presenza di fossili su molteplici strati notiamo sassi e conchiglie, come l’Ostrea Edulis una specie di mollusco bivalve della famiglia Ostreidae. Uno alla volta ci incamminiamo in questa naturale e molto stretta spaccatura della montagna. Usciti dalla “Fessa” risaliamo in paese dalla parte opposta chiudendo l’anello in circa tre quarti d’ora con un dislivello di 70 metri. Il percorso attraversa l’Area Floristica Protetta sono presenti specie “tipiche montane” tra cui il faggio e il castagno.
Smerillo
Il piccolo borgo viene soprannominato in due modi : “Il tetto delle Marche” in quanto si erige su una sperone, e “La Cittadella della Poesia” per aver ispirato numerosi poeti grazie alla sua pace e tranquillità. Si tratta di un paesino incantato che vale la pena di scoprire, come le zone boschive attorno, ricche di sentieri e magnifici scorci. E non perdetevi la spettacolare “Fessa” di Smerillo! Il territorio è nella provincia di Fermo a 806 metri sul livello del mare. Smerillo in passato è stato un punto strategico militare, in quanto posto a metà strada dai Monti Sibillini e il Mar Adriatico. Lo sguardo può spaziare su tutto il fermano fino al mare, il crinale dei Sibillini, il Monte Catria, le vette di Castel Manardo, della Priora, della Sibilla e del Vettore. Il paese sorge su uno sperone roccioso sospeso sulla vallata del fiume Tenna e comprende 6 frazioni Tramite un comodo sentiero giungiamo nel cuore del paese e il primo edificio religioso che incontriamo è la Chiesa romanica di Santa Caterina del 1378, costruita come ringraziamento dopo che la popolazione superò una grossa epidemia di peste. La Chiesa ha una pianta rettangolare realizzata con pietre arenarie del posto, esternamente sulla facciata a capanna è presente il campanile a vela e un portale in stile classico. Nell’ambiente interno troviamo un arco trionfale che separa la navata dal presbiterio, al centro del quale emerge lo stemma municipale, e degli stupendi affreschi del XV e XVI secolo, due tele pittoriche raffiguranti Sant’Antonio e Santa Caterina e sulla nicchia una scultura lignea della Madonna di Loreto. Il secondo edificio religioso del paese è la principale Chiesa di San Pietro e Paolo, eretta nel ‘400, la facciata risulta semplice e all’interno ospita un meraviglioso Crocifisso ligneo. Il borgo è circoscritto dai lembi dell’antica cinta muraria e l’ultimo elemento che ammiriamo si trova in fondo a via dei Caduti la Porta Nord. Il varco ci conduce all’inizio del nostro sentiero per la famosa Fessa di Smerillo. La Fessa è una spaccatura nella roccia arenaria lunga circa 30 mt. ed alta altrettanti con una larghezza di circa 50 cm., che permette il passaggio di una persona alla volta. E’ ricca di fossili pliocenici, meta di turisti e studiosi di paleontologia. E’ un canyon di origine franosa aperto 3,5 milioni di anni fa, lungo il fianco occidentale del Monte Falcone. “La Fessa” è una profonda e stretta incisione nella roccia ci si arriva tramite un facile sentiero. Noi abbiamo oltrepassato la Porta Nord in paese e siamo scesi a sinistra sull’antica strada, poco distante inizia una fitta vegetazione. Il ricco bosco non permette ai raggi del sole di asciugare il terreno e pertanto bisogna fare molta attenzione perchè in alcune zone potrebbe essere scivoloso! La discesa a zig zag non è lunga, percorriamo poche centinaia di metri e giungiamo all’ entrata della “Fessa”. La parete è di roccia arenaria con la presenza di fossili su molteplici strati notiamo sassi e conchiglie, come l’Ostrea Edulis una specie di mollusco bivalve della famiglia Ostreidae. Uno alla volta ci incamminiamo in questa naturale e molto stretta spaccatura della montagna. Usciti dalla “Fessa” risaliamo in paese dalla parte opposta chiudendo l’anello in circa tre quarti d’ora con un dislivello di 70 metri. Il percorso attraversa l’Area Floristica Protetta sono presenti specie “tipiche montane” tra cui il faggio e il castagno.

Visite turistiche

Amandola è una località turistica in provincia di Fermo. Situata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini è chiamata la Città del Tartufo Bianco dei Monti Sibillini. Il suo vasto territorio si estende dai Monti Sibillini, dove raggiunge la quota di 1895 metri di altitudine, fino all’alta Valle del Tenna, dove scende, attraverso un susseguirsi di colline, fino a 300 metri s.l.m. La molteplicità dei paesaggi che caratterizzano questo territorio, è uno degli elementi che rendono straordinaria la sua visita: le creste aspre e selvagge della dorsale montuosa, le valli disegnate dai corsi d'acqua, i piccoli borghi sapientemente incastonati, fino al centro storico di Amandola. Il borgo antico si sviluppa partendo da Piazza Alta, la medioevale piazza del comune, dal cui belvedere si gode un panorama stupendo delle cime dei Monti Sibillini. Qui la guida turistica di Amandola illustrerà: il Palazzo del Podestà, la Torre comunale, il Teatro storico La Fenice. Scendendo da Piazza Alta attraverso i caratteristici vicoli medioevali, incontriamo la chiesa di San Francesco, che conserva un prezioso crocifisso ligneo duecentesco e un pregevole chiostro. Nei locali del chiostro è ospitato il Museo del Paesaggio: attraverso un percorso per immagini e per testi si conduce il visitatore alla scoperta dei vari ambienti, della flora, della fauna, delle leggende, dell’arte, della storia e della cultura popolare. Si giunge infine in Piazza Risorgimento, dove si trova la chiesa di Sant' Agostino, o santuario del Beato Antonio, della cui primitiva struttura resta il bel portale opera di "MARINUS CEDRINUS VENETUS SCULTOR MCCCCLXVIII" come riportato nella fascia dell' arco a tutto sesto. Altre Attività...ESCURSIONI IN MOUNTAIN BIKE! Il Bici Club Sibillini è un associazione cicloturistica che svolge la propria attività sul terriotorio amandolese da oltre 25 anni. Ha promosso, di concerto con l'amministrazione comunale, lo sviluppo di una sentieristica in GPS scaricabile da app è possibile visionare ed avere informazioni dettagliate su innumerevoli tracciati con indicazioni sui luoghi di interesse artistico, storico e paesaggistico che verranno attraversati. I percorsi presentano differenti livelli di difficoltà in modo da risultare adatti ad ogni tipo di cicloturista ed ad ogni fascia di età. Nei tracciati sono evidenziati tutti i possibili punti che necessitano di attenzione per un'escursione in sicurezza.
Amandola station
Amandola è una località turistica in provincia di Fermo. Situata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini è chiamata la Città del Tartufo Bianco dei Monti Sibillini. Il suo vasto territorio si estende dai Monti Sibillini, dove raggiunge la quota di 1895 metri di altitudine, fino all’alta Valle del Tenna, dove scende, attraverso un susseguirsi di colline, fino a 300 metri s.l.m. La molteplicità dei paesaggi che caratterizzano questo territorio, è uno degli elementi che rendono straordinaria la sua visita: le creste aspre e selvagge della dorsale montuosa, le valli disegnate dai corsi d'acqua, i piccoli borghi sapientemente incastonati, fino al centro storico di Amandola. Il borgo antico si sviluppa partendo da Piazza Alta, la medioevale piazza del comune, dal cui belvedere si gode un panorama stupendo delle cime dei Monti Sibillini. Qui la guida turistica di Amandola illustrerà: il Palazzo del Podestà, la Torre comunale, il Teatro storico La Fenice. Scendendo da Piazza Alta attraverso i caratteristici vicoli medioevali, incontriamo la chiesa di San Francesco, che conserva un prezioso crocifisso ligneo duecentesco e un pregevole chiostro. Nei locali del chiostro è ospitato il Museo del Paesaggio: attraverso un percorso per immagini e per testi si conduce il visitatore alla scoperta dei vari ambienti, della flora, della fauna, delle leggende, dell’arte, della storia e della cultura popolare. Si giunge infine in Piazza Risorgimento, dove si trova la chiesa di Sant' Agostino, o santuario del Beato Antonio, della cui primitiva struttura resta il bel portale opera di "MARINUS CEDRINUS VENETUS SCULTOR MCCCCLXVIII" come riportato nella fascia dell' arco a tutto sesto. Altre Attività...ESCURSIONI IN MOUNTAIN BIKE! Il Bici Club Sibillini è un associazione cicloturistica che svolge la propria attività sul terriotorio amandolese da oltre 25 anni. Ha promosso, di concerto con l'amministrazione comunale, lo sviluppo di una sentieristica in GPS scaricabile da app è possibile visionare ed avere informazioni dettagliate su innumerevoli tracciati con indicazioni sui luoghi di interesse artistico, storico e paesaggistico che verranno attraversati. I percorsi presentano differenti livelli di difficoltà in modo da risultare adatti ad ogni tipo di cicloturista ed ad ogni fascia di età. Nei tracciati sono evidenziati tutti i possibili punti che necessitano di attenzione per un'escursione in sicurezza.
Montefalcone Appennino si trova sulla sommità di una rupe tra le vallate dell'Aso e del Tenna, che permette la visione di panorami suggestivi verso i Monti Sibillini ed i Monti della Laga. Nella parte più alta del paese si erge l’antico castello. Da visitare sono: la Chiesa di San Michele Arcangelo, in stile romanico e a croce greca; la Chiesa di San Pietro in Penne, di origine farfense; la Chiesa di Santa Maria in Capite Scalorum, sorta nel 1300 attorno ad un'antichissima edicola. Poco lontano dal centro abitato sorge il convento francescano: si tratta dell'antico Monastero di San Giovanni in Selva, dove si rifugiarono i monaci Farfensi fuoriusciti dalla Sabina. Molto interessante è il Museo dei Fossili e dei Minerali, allestito nel settecentesco Palazzo Felici. Valorizza prioritariamente i fossili locali, reperti di fauna marina risalenti al Pliocene inferiore. Si articola in diverse sezioni. In quella dei fossili locali sono esposti circa 500 reperti. Vi si possono osservare Cirripidi del genere Balanus, 60 specie diverse di Molluschi (Murex, Nassa, Natica, Pecten, ecc..), alcuni Echinodermi, denti di squalo, foglie fossilizzate. L’esposizione dei fossili provenienti da tutto il mondo e di tutte le ere è interessante per la presenza di pezzi particolari, come ad esempio zanne di mammut del Mare del Nord, parti dello scheletro di un orso delle caverne dei Pirenei, trilobiti del Marocco, un uovo di dinosauro della Cina e l’uovo più grande mai deposto: quello di Aepyornis. La sezione di minerali conserva 1.200 pezzi, tra cui un blocco di aragonite con dei perfetti cristalli trasparenti di zolfo, un blocco di stilbite con molti ciuffi di natrolite del peso di 26 Kg. Di grande suggestione è la grotta dei minerali in cui è possibile ammirare la caratteristica fluorescenza di alcuni di questi reperti sotto la lampada di Wood. Una sezione del primo piano è dedicata alla collezione malacologica dell'artista marchigiano Elio Ceccotti composta da circa 300 quadri realizzati con diecimila conchiglie. Presso il museo opera un Centro di Educazione Ambientale, che offre a scolaresche ed a gruppi organizzati attività didattiche direttamente nei giacimenti fossiliferi locali, ed attività di laboratorio come, ad esempio, l’osservazione al microscopio dei microfossili.
Montefalcone Appennino
Montefalcone Appennino si trova sulla sommità di una rupe tra le vallate dell'Aso e del Tenna, che permette la visione di panorami suggestivi verso i Monti Sibillini ed i Monti della Laga. Nella parte più alta del paese si erge l’antico castello. Da visitare sono: la Chiesa di San Michele Arcangelo, in stile romanico e a croce greca; la Chiesa di San Pietro in Penne, di origine farfense; la Chiesa di Santa Maria in Capite Scalorum, sorta nel 1300 attorno ad un'antichissima edicola. Poco lontano dal centro abitato sorge il convento francescano: si tratta dell'antico Monastero di San Giovanni in Selva, dove si rifugiarono i monaci Farfensi fuoriusciti dalla Sabina. Molto interessante è il Museo dei Fossili e dei Minerali, allestito nel settecentesco Palazzo Felici. Valorizza prioritariamente i fossili locali, reperti di fauna marina risalenti al Pliocene inferiore. Si articola in diverse sezioni. In quella dei fossili locali sono esposti circa 500 reperti. Vi si possono osservare Cirripidi del genere Balanus, 60 specie diverse di Molluschi (Murex, Nassa, Natica, Pecten, ecc..), alcuni Echinodermi, denti di squalo, foglie fossilizzate. L’esposizione dei fossili provenienti da tutto il mondo e di tutte le ere è interessante per la presenza di pezzi particolari, come ad esempio zanne di mammut del Mare del Nord, parti dello scheletro di un orso delle caverne dei Pirenei, trilobiti del Marocco, un uovo di dinosauro della Cina e l’uovo più grande mai deposto: quello di Aepyornis. La sezione di minerali conserva 1.200 pezzi, tra cui un blocco di aragonite con dei perfetti cristalli trasparenti di zolfo, un blocco di stilbite con molti ciuffi di natrolite del peso di 26 Kg. Di grande suggestione è la grotta dei minerali in cui è possibile ammirare la caratteristica fluorescenza di alcuni di questi reperti sotto la lampada di Wood. Una sezione del primo piano è dedicata alla collezione malacologica dell'artista marchigiano Elio Ceccotti composta da circa 300 quadri realizzati con diecimila conchiglie. Presso il museo opera un Centro di Educazione Ambientale, che offre a scolaresche ed a gruppi organizzati attività didattiche direttamente nei giacimenti fossiliferi locali, ed attività di laboratorio come, ad esempio, l’osservazione al microscopio dei microfossili.